Vittorio Sgarbi consacra il Gaudì di Grosio

E’ arrivata anche la consacrazione di Vittorio Sgarbi per il Gaudì di Grosio. Lunedì sera all’orario di cena il noto critico ha scoperto il pezzo di terra e roccia dove osavano solo le capre, che Nicola Di Cesare soprannominato Il “Gaudì grosino” ha trasformato in arte nel suo giardino roccioso.

Come Federico Fellini davanti ad una scena di un suo film, Sgarbi si è seduto sulla classica sedia pieghevole in legno da regista e ha alzato gli occhi davanti alla creatura dicesariana come fanno i brasiliani a Rio davanti al Cristo Redentore. Nella sua fresca camicia bianca in lino ha ammirato, chiuso in compiaciuto silenzio, mentre al suo fianco Nicola con la sua immancabile canottiera che mostra abbronzatura e muscoli da campagna, ha poi spiegato la genesi dell’opera.

Quel ritornello che in passato hanno ascoltato anche i telespettatori di Linea Verde e di altre trasmissioni, e le migliaia di visitatori (più di 20 mila nee 2023) ovvero: «E’ il mio salva matrimonio, sto qua al posto di andare all’osteria, ci lavorerò fin quando campo» ha fatto sorridere Sgarbi. Compiaciuto il critico ha preso la penna e sul registro dei visitatori ha lodato il Gaudi grosino con queste parole: « Un ricordo di meraviglie al cascherino con riconoscenza».

La scoperta del Gaudì era stata preceduta dal classico tour sgarbiano nelle chiese di San Giuseppe e San Giorgio in compagnia dell’esperto di storia locale, Gabriele Antonioli. La luce della torcia di Vittorio ha illuminato i quadri di San Giuseppe e particolari delle opere d’arte, molto apprezzati dal ferrarese. San Giorgio è chiusa per restauri ma Sgarbi non ha resistito alla tentazione della visita: approfittando della presenza sul sagrato del sagrestano Cristoforo Carnini, impegnato a tagliare l’erba con l’altro volontario Gianfranco Pedretti, si è fatto aprire. Ha potuto ammirare anche lo splendido oratorio dei disciplini, un salone ricco di arte che i grosini under 50 non conoscono perché solo le generazioni precedenti l’hanno frequentato, poi è stato chiuso.

Cultura non è solo arte ma anche gastronomia e Sgarbi ne ha approfittato per omaggiare La Locanda di Giovanna. Cucina a chilometri zero per Vittorio con porcini e finferli della Vagrosina, salsicce e bistecche di cervo, il lardo con la pesteda grosina, la slinzega del posto. Due sciatt, le grappe locali ed un arrivederci, sapendo che a Grosio c’è sempre un’atmosfera familiare per lui che in questi giorni è a Bormio per partecipare a La Milanesiana di sua sorella Elisabetta. Ed a proposito di gioielli, a tavola, ha potuto ammirare ed apprezzare anche gli orecchini, i bottoni in oro e le collane in filagrana tutte opera dei fratelli Rinaldi. Al termine della serata Gaudì gli ha regalato un’anfora che Sgarbi ha particolarmente gradito: vi custodirà anche i ricordi una semplice ma divertente serata grosina.

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