
Cronaca / Tirano e Alta valle
Sabato 03 Aprile 2021
Virus, un morto al giorno al Morelli
In tre mesi ricoverate 650 persone
La metà delle persone ospitate a Sondalo e un terzo dei decessi si riferiscono a marzo
Non accenna a diminuire la pressione sul centro Covid Morelli di Sondalo. Il bollettino emesso ieri da Asst Valtellina e Alto Lario indica in 132 i pazienti ricoverati, uno in più di lunedì, e, praticamente, lo stesso numero di venerdì scorso. Per cui, di fatto, la situazione tanto inalterata quanto preoccupante.
Soprattutto per il fatto che non si intravede un rallentamento nei ricoveri, parametro osservato a vista dagli operatori, perché è quello l’unico elemento che permette loro di tirare il fiato. Invece, no. Anche questa, come quella dello scorso anno, sarà una Pasqua blindata, in corsia.
Basti dire che da lunedì a giovedì sono stati accolti 38 nuovi pazienti, una decina al giorno, e nuovi arrivi si sono registrati anche ieri.
Ancora, se lunedì erano 12 i pazienti ricoverati in Terapia intensiva, ieri, già, erano saliti a 13, e ai 5 morti censiti nel bollettino di lunedì, se ne sono aggiunti, purtroppo, in quello di ieri, altri 4. A mancare sono state, in settimana, due donne e due uomini, tre nati negli anni Trenta e uno negli anni Quaranta. Per un totale di 93 decessi prodottisi solo in questi primi tre mesi dell’anno, una media di uno al giorno.
Il dato positivo è rappresentato dalle dimissioni, ricordiamolo, perché di Covid, pure, si guarisce. In settimana sono state 30, tuttavia, a fronte di 38 ricoveri, il bilancio resta in negativo.
E se una cosa abbiamo capito, rispetto all’andamento dell’emergenza Covid in provincia di Sondrio, è che segue un percorso tutto proprio, capace di distinguerla, nettamente, dalle altre realtà lombarde. In quanto, da noi, in provincia, il contagio arriva lentamente e in ritardo sul resto della regione, ma, poi, si radica. E, per eradicarlo, ci vuol gran tempo e grande tenacia.
Tant’è che il centro Covid Morelli non ha percepito soluzione di continuità fra la seconda e la terza ondata Covid. La pressione si è mantenuta costante, stremando gli operatori, a tutti i livelli, e stressando il sistema, tant’è che, ora, a risentirne, sono anche i portatori di tutte le altre patologie, costretti ad aspettare, per interventi chirurgici programmati e, poi, improvvisamente, di nuovo rinviati.
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