Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 27 Aprile 2016
«Vincerò lo scetticismo di Livigno»
Ne è convinta Giuseppina Silvestri, quarta candidata alla poltrona di sindaco nel Piccolo Tibet. Sconta la lontanza per anni dal paese, ma spiega di avere una lista di persone capaci e agguerrite si cui contare.
Pavia addio, il futuro è Livigno per Giuseppina Silvestri, libera professionista che vuole cambiare il paese. È la candidata sindaco a sorpresa in questa tornata elettorale a Livigno, nella quale andrà ad affiancare in una corsa a quattro per la poltrona di primo cittadino i protagonisti della scorsa tornata elettorale, ovvero il sindaco uscente Damiano Bormolini, e i capogruppo di minoranza Barbara Silvestri e Valentino Galli.
Il primo avversario da battere è un diffuso scetticismo che accompagna in paese la candidatura di una professionista di 57 anni, che da molti lustri lavora a Pavia e fa rientro in loco solo nei fine settimana e nelle vacanze. I detrattori le rimproverano di essere poco conosciuta, ma lei ribatte con fermezza: «Io e la mia squadra, incontro definitivo lunedì scorso, sconfiggeremo lo scetticismo. In campagna elettorale effettuerò una sorta di porta a porta, andrò a bussare alla case dei livignaschi e mi farò conoscere».
La decisione di mettersi in gioco è quanto mai recente: «L’ho deciso il 21 marzo. E sul mio calendario ho trovato anche l’incoronazione alla candidatura con questo messaggio: “Devi vedere il tuo lavoro come un’attività in cui puoi aiutare le persone, il tuo gruppo a raggiungere i loro sogni. Puoi essere un realizzatore di sogni”. È ora di cambiare per Livigno e con me ci sono tante altre persone che hanno entusiasmo. Non siamo degli sprovveduti allo sbaraglio, io ho le mie conoscenze anche per avere consulenze su come si gestisce una macchina complessa come quella amministrativa. Mi candido sindaco perché ho la possibilità di ricoprire il ruolo a tempo pieno e immediatamente ho trovato chi ha accolto con entusiasmo la mia candidatura».
Sarà alla guida di una lista civica «composta da chi non è contento e ha voglia di cambiare. Voglio riservare una maggiore attenzione all’arredo urbano. Non buttiamo via tutto quello che è stato fatto, come ad esempio in Aquagranda. Per quanto riguarda i rapporti con la Svizzera per il tunnel della Drossa, gli svizzeri devono smetterla di fare i prepotenti. Useremo il pugno di ferro in un guanto di velluto. Anche il collegamento fra i due versanti sciistici di Livigno è quanto mai auspicabile». Non si nasconde le difficoltà: «Se a Livigno non c’è mai stato un sindaco donna, qualcosa starà pure a significare. Io mi ispiro a Tina Anselmi, una partigiana che ha combattuto per la libertà e ora ad Angela Merkel. Ci sono state varie donne importanti nella mia formazione: da mia nonna Sofia, una delle prime maestre di Livigno, alla mia maestra elementare Mirella Compagnoni».
Nella contesa elettorale, che la vedrà confrontarsi con due cugini di primo grado quali Barbara Silvestri e Damiano Bormolini, Giuseppina Silvestri conta di spuntarla cercando di emulare lo zio il dottor Onorato Galli, medico condotto del paese che ricopri il ruolo di primo cittadino negli anni Sessanta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA