Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 27 Febbraio 2017
Valfurva: «Comune unico
per il benessere di tutti»
Si allarga il fronte di chi vuole un solo ente. Cola: «Opportunità per gestire al meglio 68 milioni»
A quattro mesi di distanza dalla prima conferenza pubblica in Alta Valle, sabato sera si è tornati a parlare della necessità di un comune unico. Dopo l’affollato incontro di Valdidentro, stavolta la proposta è stata illustrata in Valfurva riscontrando una buona partecipazione di pubblico. Ad aprire la serata illustrando i pro ed i contro dell’ipotesi di unire Valdidentro, Valfurva, Valdisotto e Bormio, l’assessore di Valdidentro Adriano Martinelli, promotore del gruppo Facebook “progetto Comune unico dell’Alta Valle”.
Tanti temi sul tavolo
Dalle incongruenze ad oggi palesi in materia di piani di governo del territorio, diversi a seconda del Comune, alla gestione dei beni dell’allora Pio Istituto (stabili e terreni dei quattro Comuni ndr.), dalle concessioni relative agli impianti di risalita, alla casa di riposo di Bormio, ai rapporti con gli enti sovraordinati, ai regolamenti d’accesso alle strade di montagna: tanti gli ambiti nei quali un interlocutore unico da un lato avrebbe maggior peso e, dall’altro, genererebbe condizioni più eque nel mandamento.
«L’Alta Valle, nei prossimi quattro/cinque anni – ha esordito il presidente della Comunità montana Alta Valle Raffaele Cola – si troverà davanti un’occasione difficilmente ripetibile (il riferimento è agli investimenti sul progetto aree interne per complessivi 68 milioni di euro ndr.). Il lavoro fatto sinora per le aree interne, su impulso di Regione Lombardia, ha obbligato le amministrazioni a mettersi attorno a un tavolo; tutti siamo cresciuti e il lavoro fatto credo sia un bel lavoro. Il Comune unico rappresenta soprattutto un cambiamento culturale; occorre rinunciare a un piccolo e singolo privilegio per una visione del territorio più ampia, per una progettualità nel medio – lungo termine».
Nel suo intervento il sindaco di Valdidentro Ezio Trabucchi ha dapprima illustrato le attuali ed evidenti difficoltà dei politici nell’amministrare la “cosa pubblica” in primis per colpa di quelle che ha definito «delle vere e proprie incursioni normative scomposte. Quotidianamente come amministratore, rispetto a quando facevo il sindaco negli anni Novanta, mi trovo di fronte ad un tasso di colesterolo burocratico agghiacciante e sono io il primo che si lamenta di come vanno le cose, ancora prima dei cittadini». Ha posto l’accento su quei tre milioni di euro di avanzo che caratterizzano il bilancio del suo Comune e che, per una serie di normative, non può spendere ed «immettere sul mercato in un periodo di crisi. Inoltre i Comuni - ha sottolineato - sono stati caricati di funzioni ma senza dare strumenti e risorse; da ultimo è cambiato anche il rapporto tra amministrazione e cittadini che ora vogliono tutto e subito».
Unione necessaria
Per tutti questi motivi è necessario mettersi assieme sfatando quel concetto vetusto che lega l’identità di un paese al territorio geografico ed alla popolazione.
«Per me – ha concluso Trabucchi – difendere l’identità di un paese significa difendere il benessere di quel territorio. Dobbiamo crescere insieme: i prossimi anni saranno decisivi per l’Alta Valle. Quella del Comune unico è un’opportunità da non perdere: se pensiamo ai giovani ed ai ragazzi dobbiamo avere e trovare il coraggio di scegliere».
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