Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 22 Maggio 2016
Tutti per il tunnel, ma in auto o in treno?
Il futuro del Mortirolo: Pareri a confronto al convegno promosso da Confartigianato Sondrio e Brescia. Pini (Provincia): «Tempi maturi per una proposta» - Gritti: «Non siamo ai confini, ma al centro dell’Europa».
Il logo “Unire la montagna, unire l’economia, unire l’Europa”, che è rimasto proiettato per tutta la mattina al centro direzionale di Aprica, ha reso lo spirito con cui Confartigianato Imprese Sondrio e Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia orientale hanno organizzato un incontro ad Aprica sul traforo del Mortirolo. Opera ritenuta, da tutti gli intervenuti, fondamentale per il futuro delle due Valli.
Quando, però, si tocca il tasto se il tunnel dovrà essere ferroviario o stradale, ci si scotta. E se l’assemblea di ieri, nella terra spartiacque fra le due province, non aveva la finalità di decidere se il traforo dovrà essere ferroviario o stradale, di certo se n’è usciti con la chiara convinzione che bisognerà fare ancora tanta strada per trovare una posizione unanime.
«Siamo qui perché due associazioni di categoria stanno credendo a un progetto di cui vogliono cominciare a mettere i mattoni - ha esordito il presidente del Confartigianato Sondrio, Gionni Gritti -. L’anno scorso ci siamo ripromessi di cominciare a parlarne e vedere la provincia di Brescia accelarare la discussione sul traforo del Mortirolo è importante. Noi ci sentiamo penalizzati a causa delle infrastrutture viarie della provincia, per la fragilità delle nostre strade, in primis della statale 36 e lo vediamo quando avvengono interruzioni. Per l’economia valtellinese il traforo non rappresenta solo la necessità di avere un collegamento veloce verso l’Europa. Il traforo deve essere valutato attentamente e trovare forme finanziarie, perché non siamo i “confini dell’impero”, ma il centro dell’Europa. E i nostri cugini della Valle Camonica pure sanno cosa vuol dire vivere in un territorio montano».
Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia ed anche di Confartigianato Lombardia, è stato chiaro: «Da 110 anni si parla di Mortirolo - ha affermato -. La piccola media impresa non si lamenta, ma chiede di poter lavorare e che ci siano i presupporti per farlo. A noi interessa sapere che futuro abbiano le imprese sul territorio. Gli autotrasportatori di Sondrio e di tutta la Lombardia lamentano la mancanza di infrastrutture che agevolino l’economia del territorio. La mia speranza è che, da questo tavolo, esca una proposta che venga raccolta dal mondo politico».
Licia Redolfi, funzionaria di Confartigianato Lombardia, ha spiegato i vantaggi che Valtellina e Valle Camonica avrebbero dal traforo del Mortirolo: il coinvolgimento delle imprese artigiane nel settore delle costruzioni, l’aumento del turismo straniero svizzero e tedesco, il passaggio più agevole e veloce dei frontalieri, degli italiani verso il Canton Grigione, l’aumento dell’esportazione del made in Sondrio e del made in Brescia in Svizzera che, peraltro, dal 2010 ad oggi è aumentata rispettivamente del 35 per cento e del 25 per cento, l’apertura di un passaggio commerciale con Germania, Francia, Austria. E che il mondo delle imprese sia sensibile, ieri, lo si è capito dalle oltre 300 persone presenti in sala.
«I tempi sono maturi affinché dai programmi si passi a qualcosa di più concreto», ha auspicato Evaristo Pini, in rappresentanza della Provincia di Sondrio che ha riassunto le tappe di quanto accaduto, dal punto di vista programmatorio, in questi anni: il progetto degli anni Novanta di un traforo stradale Edolo-Tovo di 8 chilometri che non ha più avuto seguito; dunque, fra 2008 e 2010 nell’ambito del Piano territoriale di coordinamento provinciale il prolungamento della ferrovia da Tirano a Bormio e l’allacciamento ferroviario con il Mortirolo.
«Da un anno a questa parte siamo tornati a parlarne con la Provincia di Brescia – ha aggiunto -, ma ci sono questioni pratiche e tecniche da considerare: la linea ferroviaria da Brescia ad Edolo presenta alcune carenze, la linea del Bernina ha uno scartamento diverso e viaggia a voltaggi diversi, la stazione di Tirano andrebbe abbassata oppure si potrebbe fare un prolungamento Tirano-Bormio, innestando lì la linea per Edolo. In ogni caso parliamo di un traforo ferroviario con binario unico del costo di 500 milioni di euro». Franco Bettoni, presidente dell’autostrada BreBeMi è stato caustico: «Il nostro Paese ha bisogno di crescere e non si può dire “no” alle grandi infrastrutture. Credo che le persone presenti abbiano dato una risposta chiara di quello che vogliono, le imprese vogliono lavorare e non ne possono più della crisi. Bisogna parlare di competitività e modernizzazione. Non dobbiamo avere paura dei soldi, non credo che il Mortirolo sia un’opera impossibile».
La “padrona di casa”, il sindaco Carla Cioccarelli, ha detto che il traforo (ferroviario per Aprica) è «un sogno, una scommessa già vinta a priori e, dal punto di vista turistico, significa aprire il mercato al turismo europeo. È il momento giusto per investire».
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