Cronaca / Tirano e Alta valle
Martedì 17 Gennaio 2017
Turisti a Livigno, quando per arrivare nel Piccolo Tibet occorrevano 23 ore
I ricordi di un turista tedesco che nel 1967 capitò in Alta Valle. Da allora non ha mancato mai l’appuntamento con la provincia di Sondrio
La prima volta che venne a Livigno impiegò la bellezza di 23 ore di viaggio, ma non fu un deterrente, anzi, se è vero che nei primi giorni di febbraio il signor Willi Rossbach, tedesco di Wolsburg, sarà nel Piccolo Tibet per festeggiare il suo cinquantesimo anno di presenza nella località sciistica. Willy e i suoi amici torneranno simbolicamente in quell’albergo Spoël dove giunsero nel 1967 nel quale l’intransigente signora Anna proprietaria del locale, mamma dell’attuale titolare Sofia Silvestri, costrinse i giovani tedeschi, una quindicina, a dormire divisi fra uomini e donne: «Ci chiese se fossimo sposati, alla nostra riposta negativa, ci fece dormire in camere separate» ricorda Willi, professore di ginnastica. Lui e i suoi amici sono stati dei pionieri del turismo invernale a Livigno. Ci arrivarono per caso: «Eravamo sul treno convinti di raggiungere una stazione invernale austriaca, quando gli organizzatori della vacanza, dello sci club Francoforte, ci indicarono il cambio di destinazione. La sconosciuta Livigno. Siamo partiti il venerdì sera seguendo il tragitto Basilea-Sankt Moritz-Tirano, proseguendo poi in autobus verso Bormio e Livigno».
È passato mezzo secolo da quella vacanza, ma il ricordo è nitido, fresco come fosse ieri in Willi: «Furono due settimane fantastiche con tanta neve e tanto sole. Siamo stati immediatamente incantati dalla larga vallata e dalle baite lunga la via centrale del paese. Non era semplice raggiungere le poche piste, che non erano certamente battute come ora, ma con le lezioni facevano discesa in neve fresca. E sulla terrazza dello Spoël prendevamo il sole bevendo drink». Tanto per capirci, il Carosello sarebbe stato realizzato solamente l’anno successivo e gli impianti presenti erano il Mottolino, lo Spoël e un altro che non ricordo». Era una Livigno profondamente diversa da quella attuale anche quella che i turisti tedeschi trovarono l’anno successivo, nel 1968, quando decisero di arrivare dalla città della Volkswagen a Livigno in auto: «Siamo transitati dal tunnel del Gallo, ma percorrendo il fondovalle perché il lago non esisteva ancora».
Willi è stato uno sorta di tour operator, gratuito, che ha portato molti concittadini di Wolsburg a Livigno: «Per trent’anni tre gruppi di sciatori sono sempre giunti qui a Livigno, che nel frattempo ha fatto passi da gigante e ora tutti in Germania la conoscono ed è pubblicizzata egregiamente». L’albergo Alpina di Dante Galli divenne il quartier generale del gruppo, che ha festeggiato dieci anni fa al Montanina i quarant’anni di presenza a Livigno. Quella Livigno che Willi ha trovato nel 1967 la mostrerà a tutti proiettando in occasione del cinquantesimo un filmato dell’epoca che forse finirà anche nel museo del paese.
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