Cronaca / Tirano e Alta valle
Martedì 17 Gennaio 2017
Trovato morto l’alpinista disperso: era originario di Tirano
Le squadre lo cercavano da sabato pomeriggio. Roberto Bernasconi ha fatto un volo di 500 metri. L’uomo è precipitato dalla cresta del Legnone. Sul posto molti soccorritori valtellinesi.
L’epilogo che tutti paventavano è purtroppo diventato realtà pochi minuti dopo mezzogiorno di domenica, quando l’elicottero della Guardia di finanza - con a bordo un tecnico del Soccorso alpino lariano - ha avvistato il corpo senza vita dell’alpinista disperso dal pomeriggio di sabato sul monte Legnone, sopra Colico.
Il drammatico ritrovamento è avvenuto intorno alle 12,15, quando dall’alto si è riusciti a individuare la scia lasciata dalla tremenda caduta di Roberto Bernasconi, 43 anni da compiere a giugno, nato a Tirano, ma residente a Origgio, in provincia di Varese. Da lì è bastato seguire la traiettoria per giungere al corpo senza vita dell’alpinista, finito in un dirupo.
La zona del rinvenimento è vicina a “Ca’ de legn”, dove si trova il bivacco Silvestri, luogo in cui l’uomo si era dato appuntamento con i due compagni di escursione. Sarebbe precipitato dalla cresta, facendo un volo di 400-500 metri che non gli ha lasciato scampo. Le ricerche erano ripartite ieri mattina di buon ora: un elicottero della Guardia di finanza si era alzato in volo all’alba mentre squadre del Soccorso alpino, dei vigili del fuoco di Sondrio e Lecco e del Sagf della Guardia di finanza di Sondrio sono stati caricati sul velivolo dalla piazzola di atterraggio a Sueglio.
Per agevolare le ricerche, la Finanza si è presentata al rendez vous dotata di un detettore, ovvero di un dispositivo (noto come Recco) in grado di rilevare (mediante l’invio di un segnale e la successiva ricezione) la presenza sotto la neve di apparecchi elettronici quali telefoni cellulari, fotocamere digitali, ma anche microchip, come quelle contenute nella tessera sanitaria o nella carta di credito.
Domenica non c’è stato bisogno di utilizzarlo, in quanto l’esperienza del Soccorso alpino ha consentito di individuare subito la traccia della fatale scivolata, ma è certo che questo strumento diventerà indispensabile soprattutto nella ricerca in valanga.
Tornando alla tragedia, secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti (gli atti di polizia giudiziaria sono stati affidati al Soccorso alpino della Guardia di finanza di Sondrio in collaborazione con i carabinieri di Colico), nel primo pomeriggio di sabato i tre escursionisti, dopo essere stati in vetta al monte, stavano scendendo dal versante occidentale. A un certo punto si sono divisi, pare che Bernasconi avesse manifestato la volontà di rientrare passando lungo la cresta, mentre gli amici hanno proseguito per il sentiero, con l’accordo di trovarsi al bivacco.
Una volta giunti in zona “Ca’ de legn”, però, dell’uomo, che in teoria sarebbe dovuto arrivare prima, non c’era nessuna traccia. Gli amici prima hanno aspettato un po’, poi si sono così messi a cercarlo per conto loro ma, non riuscendo a trovarlo, hanno lanciato l’allarme via cellulare. Le operazioni di ricerca sono scattate attorno alle 15, l’elicottero dei vigili del fuoco (con a bordo cinque pompieri di Sondrio, mentre da terra altri quattro vigili del fuoco valtellinesi hanno partecipato alle ricerche con il Soccorso alpino) ha sorvolato la zona per individuare il disperso finché la luce lo ha consentito.
Le squadre dei soccorritori hanno invece raggiunto i due amici di Bernasconi, rimasti in quota, stanchi e infreddoliti, e con loro sono ridiscesi a valle, con l’intenzione di riprendere le ricerche ieri mattina presto. E così è stato. Stando a quanto è stato possibile appurare, i tre erano ben equipaggiati, con i ramponi sugli scarponi e tutto il materiale necessario per affrontare l’escursione. Cosa sia andato storto, non è dato sapere, dal momento che la caduta è avvenuta senza testimoni: Bernasconi potrebbe avere avuto un malore o essere inciampato.
Questo è il secondo incidente mortale sul Legnone dall’inizio dell’anno: il 3 gennaio la montagna era stata fatale a Corrado Gusmeroli, 46 anni, colichese originario di Morbegno. Il volo di 100 metri dal sentiero della “Direttissima” sopra l’alpe Scoggione non gli aveva lasciato scampo.
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