Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 22 Febbraio 2017
Troppo piombo. L’aquila è morta
per avvelenamento
Grosio, non ce l’ha fatta il rapace rinvenuto nei boschi di Vernuga e consegnato al centro di Ponte.
È morta ieri mattina per un’infezione da clostridi che hanno trovato terreno fertile nel corpo dell’aquila adulta, già minato dalla presenza di dosi massicce di piombo. Piombo sotto forma di pallini che l’avevano raggiunta molto probabilmente alcuni anni fa e che le sono rimasti in corpo, e piombo che l’ha contaminata dopo averlo ingerito con le interiora di qualche ungulato ucciso di cui si è cibata.
Non c’è stato un lieto fine per questa femmina adulta prossima a riprodursi. «E se fosse la femmina della coppia che da tempo ormai nidifica nel territorio grosino sarebbe una grave perdita», tengono a dire dall’ufficio del dirigente di Palazzo Muzio Gianluca Cristini.
L’aquila era stata trovata giovedì 16 febbraio da una coppia a passeggio tra Vernuga e Migiondo. La segnalazione era stata subito raccolta dalla polizia provinciale che dopo aver censito il rapace lo ha affidato alle cure del centro di Ponte. Sulle prime si era pensato ad un’ala spezzata perchè il rapace non dava segni di poter volare, poi invece ci si è resi conto che non riusciva nemmeno a stare sulle zampe, avendo gli artigli tutti rattrappiti. «Un sintomo inequivocabile dei danni neurologici causati dal piombo - spiega la dottoressa Maria Ferloni del servizio faunistico della Provincia di Sondrio -. Abbiamo prelevato campioni di sangue (come da prassi) e domani verrà effettuata l’autopsia per accertare la presenza di questo metallo negli organi interni e nelle ossa e per datare l’avvelenamento che ha poi provocato una serie di infezioni nell’animale, che faceva fatica a procurarsi il cibo e quindi si è via via indebolita».
L’esemplare - sei anni di età e sei chili di peso - ha fatto così la stessa triste fine di altri rapaci: non più tardi di due mesi fa in Valchiavenna fu trovata un’altra aquila anche lei morta per il piombo e la stessa sorte è toccata ad esemplari trovati in Val Grosina e in Val Viola.
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