Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 22 Marzo 2017
Trenino rosso, che numeri
In viaggio 350mila italiani
Bernasconi, rappresentante per il mercato italiano della Ferrovia retica: «Il 2016 anno d’oro». Sono partiti per i due terzi da Tirano e per un terzo dalla Svizzera.
Spesso si viaggia solo per arrivare al più presto a destinazione. A Nord delle Alpi viaggiare è qualcosa di più, è un’autentica esperienza a contatto con la natura e con culture diverse. È, per dirla con lo slogan scelto dal progetto Interreg di miglioramento della rete di mobilità sostenibile nel cuore delle Alpi, “La grande bellezza”. Tanto che, ogni anno, sono 350mila gli italiani che salgono sul trenino rosso per godersi un viaggio fra quelli che restano – e lo può testimoniare chi lo ha fatto - fra gli indimenticabili della vita.
Ne abbiamo parlato con Enrico Bernasconi, rappresentante per il mercato italiano della Ferrovia retica. Per dirla in parole povere, Bernasconi – che risponde dal suo ufficio milanese – è quello che “manda” gli italiani sul trenino rosso. «Lavoro da dieci anni per la Ferrovia retica – spiega Bernasconi – e direi che l’affluenza è rappresentata dal grafico che tutti sognano: quello in continua crescita. Il 2010, l’anno del centenario della tratta del Bernina con festeggiamenti a gogo ed eventi quasi ogni settimana aveva fatto registrare il picco di viaggiatori. Ebbene, risultato che non ci saremmo mai aspettati, il 2016 ha superato le presenze del 2010. Possiamo, senza ombra di dubbio, dire che il 2016 è stato l’anno d’oro della Ferrovia retica sul mercato italiano». E i numeri, da questo punto di vista, sono eloquenti, Stimiamo in 350mila gli italiani che hanno viaggiato su tutta la retica, non solo sul Bernina. I viaggiatori - aggiunge - sono partiti per i due terzi da Tirano e per un terzo dalla Svizzera, nel caso, ad esempio, di chi (italiano) trascorre le ferie in Engadina e di lì si sposta con il trenino per le escursioni».
Bernasconi ha sintetizzato in quattro punti fondamentali la chiave del successo del trenino rosso per gli italiani. «Il primo motivo, insindacabile, è la qualità del prodotto - risponde l’esperto del settore -. Il trenino rosso è bello, pulito, funzionale, in orario. Piace e non ha pecche. La seconda ragione è la presenza di un rappresentante direttamente sul mercato italiano tanto che, oggi, alle fiere siamo conosciutissimi in tutta Italia e questo rimarrà nel tempo, a prescindere da anni belli o anni brutti. Se a Bari si parla del trenino rosso al giorno d’oggi non ti guardano più come un marziano».
Il terzo fattore è esterno e indipendente: «Nel 2016 la meteorologia è stata favorevole, è stato caldo in estate, abbiamo avuto tempo bello nei week end e nei ponti. Sembrava quasi che fosse telecomandato, perché tavolta nei fine settimana c’è stato il sole e lunedì è piovuto …». Il quarto motivo, Bernasconi lo analizza con la dovuta delicatezza: «Tutto quello che sta succedendo nel mondo, i Paesi in guerra e la minaccia di attentati terroristici hanno creato psicosi tra la gente e hanno portato a un cambiamento di mentalità del viaggiatore che ha optato per viaggi diversi. Si va alla ricerca di destinazioni più vicine e tranquille. Personalmente preferirei avere meno clienti e poter vivere in un mondo più sicuro, ma devo considerare che oggi non è così. Il trenino rosso rappresenta una destinazione vicina, sicura e piacevole».
Quanto all’andamento legato al 2017, secondo l’operatore turistico è ancora presto per offrire dei dati e avanzare delle riflessioni. «Posso dire che, nei primi tre mesi, siamo a livello di richieste, prenotazioni e concreto venduto sulla falsariga dell’anno scorso - conclude Bernasconi -. Questo induce sicuramente all’ottimismo. Se il buongiorno si vede dal mattino potrebbe essere un buongiorno».
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