Cronaca / Tirano e Alta valle
Venerdì 16 Settembre 2016
Trapianti, valtellinese con un rene “ringiovanito”
Il paziente trapiantato si chiama Paolo e ha una grave malattia ereditaria (la policistosi renale, scoperta quando aveva 17 anni) che ha trasformato i suoi reni in un ammasso di cisti.
Un rene proveniente da un donatore donna di 83 anni, che di norma sarebbe stato trapiantato con molte difficoltà, è stato “ringiovanito” dagli esperti del Policlinico di Milano con speciali macchine, ed è stato reso adatto a un paziente di 53 anni in cura a Sondrio, un ex operaio che per 21 anni ha lavorato in un cantiere nautico della provincia. L’intervento è avvenuto lo scorso luglio, ma è stato annunciato ieri.
Il paziente trapiantato si chiama Paolo, è della zona di Sondalo, e ha una grave malattia ereditaria (la policistosi renale, scoperta quando aveva 17 anni) che ha trasformato i suoi reni in un ammasso di cisti. Da due anni era costretto alla dialisi, ed era in lista per un rene nuovo. A luglio si è presentata l’opportunità di un donatore, ma il problema era proprio l’età avanzata: reni di una persona con più di 75-80 anni sono considerati “marginali”, e hanno possibilità ridotte di funzionare al meglio dopo il trapianto.
«Dopo attente valutazioni - spiega Mariano Ferraresso, direttore dell’Unità Operativa di Trapianto di Rene al Policlinico di Milano - abbiamo preso la decisione di ricondizionare questi reni, utilizzando una speciale macchina per la perfusione”. Questa macchina permette di eliminare dall’organo prelevato per il trapianto tutte le scorie che si accumulano nel corso degli anni e durante la morte del donatore; in questo modo è possibile ringiovanirlo, e renderlo quindi più adatto all’intervento.
Con questa tecnica, sottolineano gli esperti, è possibile «recuperare organi che altrimenti non potevano essere trapiantati, e quindi se ne aumenta la disponibilità per tutti quei pazienti in lista d’attesa per un rene nuovo». L’intervento è perfettamente riuscito. Oggi Paolo sta bene, ed è già stato dimesso: è tornato a vivere una vita normale, ma soprattutto senza dialisi.
«Ora chi mi incontra per strada lo dice anche di me: sembri ringiovanito. Sicuramente dimostro meno anni del mio nuovo rene», ha scherzato nel corso di un’intervista rilasciata all’AdnKronos Salute, nella quale ha rivelato anche di aver festeggiato, lasciato l’ospedale, con un piatto di pizzoccheri fatti in casa. Altra passione, oltre alla cucina, quella dei funghi, anche se «questa annata non è stata buona, poca pioggia». Tornato a casa, è andato anche «in chiesa e ho acceso un cero per ringraziare la donna che ha reso possibile tutto questo. Una persona gentile che ha permesso una grande cosa», ha spiegato, a cui la vita ha insegnato quanto è importante donare gli organi.
«Gli ultimi 10 anni li ho passati seguendo una rigida dieta aproteica. Poi sono entrato in dialisi», ha continuato. Un calvario, «pesante soprattutto in estate», nel quale bisogna prestare molta attenzione ciò che si mangia, a quanto si beve e a dove (e quando) si va in vacanza: «Le vacanze vanno programmate bene - ha concluso - , devi sempre preoccuparti che ci sia un centro dove fare il trattamento».
© RIPRODUZIONE RISERVATA