Cronaca / Tirano e Alta valle
Venerdì 25 Dicembre 2015
Tour speciale al “Mus”. Il Piccolo Tibet
riscopre le sue radici
Inaugurato il museo etnografico del paese. Per i primi tre mesi prevista l’apertura gratuita. Dalla cantina alla soffitta un vero tuffo nel passato.
Martedì è stata una giornata importante per la storia del Piccolo Tibet: mentre sugli scaffali delle librerie compariva la nuova guida del paese a cura di Emanuele Mambretti e Thomas Ruberto, in via Domenion si tagliava il nastro del Mus, il museo etnografico di Livigno e Trepalle atteso da più di trent’anni.
L’inaugurazione alla presenza del sindaco Damiano Bormolini, dell’assessore allo sport Remo Galli, del maresciallo dei carabinieri e del comandante dei vigili urbani ma soprattutto di tantissimi paesani, che nel museo hanno ritrovato le loro radici, o – come suggerisce il nome, scelto non a caso - il loro “mus” , ossia il loro volto.
Allestito in una vecchia baita acquisita dall’amministrazione comunale, il Mus è un museo etnografico sui generis. Per dargli un tocco di originalità, i curatori – ossia l’esperto museale Luca Bonetti, coadiuvato dalle livignasche Desirèe Castellani e Alice Martinelli – hanno infatti scelto di rispettare gli ambienti interni della casa, riproponendoli con fedeltà al passato, ma anche di trattare in ogni stanza una tematica specifica affrontandola in modo curioso e decisamente moderno. Durante il vernissage, a far rivivere gli spazi ci ha pensato il gruppo folk del paese , che ha mostrato come un tempo si filava la lana e si tagliava il legno.
Un documento importante dei primi anni dell’extradoganilità e dell’avvento del turismo è stato fornito invece dalla proiezione di due vecchi filmati: uno girato in paese agli inizi degli anni Settanta dalla BBC, l’altro dalla Rai qualche anno prima dove si vede don Parenti in compagnia di Ezio Vanoni.
Il percorso museale all’interno del Mus si snoda dalle cantine alla soffitta e prosegue all’esterno. In questi giorni sul piazzale antistante il Mus si può ammirare una vecchia fontana di neve, simile in tutto alle altre storiche del paese. In primavera un “bugl” sarà costruito davvero, con materiali destinati a durare nel tempo.
Sarà l’inizio di un progetto di riqualificazione di tutta l’area antistante la baita, dove sarà realizzato anche un piccolo orto di rape, l’unico ortaggio che cresce a 1700 metri di quota e che è il monumento più eloquente alla antica povertà di questa zona di montagna. Anche gli interni del museo, per qualche mese visitabili gratuitamente (dalle ore 15,30 alle 19,30), sono in gran parte destinati a cambiare volto a breve e a riempirsi di nuovi contenuti, grazie alle donazioni promesse dai paesani e alle proposte che verranno dalle scuole e dai tanti volontari che hanno sin da ora espresso la disponibilità a una collaborazione.
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