Tirano: polemica sul taglio di 64 ippocastani in via dei Cappuccini

Non si fa che parlare di questo a Tirano nelle ultime ore: 64 ippocastani rasi al suolo in via De Cappuccini. In effetti arrivare all’inizio della via che porta al cimitero fa effetto vedere una distesa di cemento sotto il sole rovente di questi giorni.

È quello che devono aver pensato i cittadini che hanno affollato le pagine social di commenti dispregiativi, oltre che gridato allo scempio ambientale. L’opera, appena avviata da parte della Comunità montana di Tirano, riguarda il riassetto della strada del centro cittadino - percorsa da un flusso intenso di auto per la presenza di cimitero, ex ospedale, scuola e parco - ed è finanziata dal Comune di Tirano (ex amministrazione Franco Spada) per 294mila euro e per 156mila euro dalla Cm, per un totale di 450mila euro.

«Capisco il dispiacere nel vedere un viale, al quale molti di noi hanno associato dei ricordi, completamente senza alberi da un giorno all’altro – spiega l’ex assessore all’Ambiente e dottore agronomo, Stefano Portovenero -. Tuttavia, è importante chiarire, una volta in più, le ragioni dietro questa decisione. Gli ippocastani erano ormai compromessi e rappresentavano un serio rischio per la sicurezza pubblica. La scelta di sostituirli non è stata presa a cuor leggero, sebbene non avessero una particolare valenza storico-paesaggistica, ma era l’unica soluzione possibile per il bene della comunità».

La premessa è che questo intervento non riguarda solo le piante, ma vuole risolvere le varie criticità presenti lungo la via: verranno creati, infatti, un nuovo marciapiede e spazi più protetti per i pedoni, saranno realizzate delle aiuole e posati nuovi arredi, l’illuminazione sarà sostituita con la tipologia a basso consumo, i parcheggi saranno meglio distribuiti. Il progetto include poi, nel secondo lotto, la realizzazione di una nuova piazzetta pedonale per migliorare l’ingresso all’auditorium e alla palestra Trombini e, infine, il rifacimento della pavimentazione della via di accesso al cimitero. Ma veniamo al pomo della discordia: l’abbattimento degli alberi. «Il censimento in via Cappuccini ha accertato che gli ippocastani erano ormai tutti in condizioni estremamente critiche, con gravi difetti strutturali che li rendevano molto pericolosi – prosegue -. Soltanto 7 piante su 64 avevano sintomi meno gravi e condizioni ancora accettabili e, infatti, alcune di queste sono state mantenute nel tratto di strada in curva. Le potature severe del passato, oltre ai continui attacchi di patogeni difficili da eliminare, tipici dell’ippocastano e che causano la caduta precoce delle foglie, avevano causato lo sviluppo di vaste cavità e marciumi nei fusti e nelle branche principali, oltre a vari danni meccanici nella zona del colletto (alla base della pianta), riducendo drasticamente la stabilità».

La situazione di rischio era monitorata da tempo e, «purtroppo, non esistevano interventi di cura che potessero risolvere problemi così gravi in altro modo – sempre Portovenero -. Anche la sostituzione progressiva degli alberi non era fattibile, poiché le aree di impianto erano troppo ristrette e il suolo inadatto per la crescita di nuove piante. Pertanto, l’unica soluzione sostenibile e tecnicamente consigliata in questi casi era intervenire in modo omogeneo con il rinnovo completo del viale. Gli aceri campestri scelti sono più adatti all’attuale contesto urbano e più resilienti rispetto ai cambiamenti climatici. Questi nuovi alberi cresceranno sani e forti, se fin da subito ben curati, e offriranno di nuovo tutti i benefici di un viale alberato bello e in condizioni di sicurezza».

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