Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 07 Maggio 2017
Suocero omicida scarcerato
Venerdì sarà di nuovo in aula
Enrico Simone Ferrari ieri mattina ha lasciato il carcere di Opera. La destinazione è segreta.
A una settimana dal rito abbreviato che lo vedrà alla sbarra per omicidio, ieri mattina Enrico Simone Ferrari, il pensionato di 71 anni di Villa di Tirano accusato di aver ucciso a coltellate la nuora, Moira Giacomelli, 43 anni, vedova e con due figli piccoli, ha potuto lasciare il carcere di Opera. L’uomo ha infatti ottenuto gli arresti domiciliari in virtù del suo stato di salute. Una richiesta che la difesa del Ferrari avanza sin da giorno del suo arresto, dopo la piena confessione resa ai carabinieri di Tirano la sera dell’8 aprile dello scorso anno, quando il pensionato - in un impeto d’ira - accoltellò la donna che sino a quel momento l’aveva accudito come un padre.
Venerdì prossimo si terrà l’udienza del processo con rito abbreviato che consentirà all’uomo di poter beneficiare dello sconto di un terzo della pena. Gli atti parlano di una lite familiare degenerata in una violentissima aggressione a coltellate. I litigi e le tensioni tra nuora e suoceri si protraevano da tempo e si erano acuiti pochi mesi prima, quando aveva improvvisamente perso la vita Simone Massimiliano, il figlio dell’omicida e marito di Moira.
Proprio da quel momento la donna, che aveva 43 anni, aveva preso la decisione di lasciare la casa di Villa di Tirano nella quale aveva vissuto con il marito e i due figli piccoli. Non era mai andata molto d’accordo con la suocera e non aveva più alcun motivo per rimanere lì e così si era trasferita a Sant’Anna, dalla mamma, Amelia Giacomelli, alla quale ora sono stati affidati i due bambini. I due nonni paterni, però, non volevano arrendersi al fatto che non avrebbero rivisto i nipoti e avevano ingaggiato una battaglia legale.
Ma Moira sul punto sembrava irremovibile. La sera in cui è stata uccisa era tornata a Villa di Tirano per prendere alcuni vestiti rimasti nella casa in cui abitava con il marito. Sulle scale aveva incontrato il suocero e tra i due era nata l’ennesima lite. Accecato da uno scoppio d’ira, Ferrari aveva afferrato un coltello e aveva colpito più volte la nuora. Finito dietro le sbarre a Sondrio, fu poi trasferito a Opera proprio in virtù delle sue condizioni fisiche, segnate da un trapianto di cuore.
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