Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 07 Ottobre 2020
«Sondalo, situazione in peggioramento
Crescono i ricoveri, malati più gravi»
L’allarme lanciato da Asst e dalla responsabile del reparto Covid del Morelli
Lunedì il bollettino emesso dall’Ats della Montagna indicava un nuovo decesso per Covid, in provincia di Sondrio, dopo settimane di fermo, perchè l’ultimo risale al 10 luglio scorso, e, ieri mattina, altra doccia fredda. Questa volta a comunicarla è stata Asst Valtellina e Alto Lario, che, nel suo report settimanale di attività del centro Covid Morelli, dava conto di un decesso, una donna, avvenuto ieri mattina in ospedale. Salgono, quindi, a 211 i morti Covid in provincia di Sondrio da inizio pandemia, cioè dal 23 febbraio scorso, ma quel che fa più specie è che, in due soli giorni, si siano avuti due morti, il primo, precisiamo, non avvenuto a Sondalo.
Dove la situazione del reparto Covid è indicata in «progressivo peggioramento - dicono da Asst - dal momento che si presentano, con maggiore frequenza, casi gravi».
Nessun ricovero Covid si registra, allo stato attuale, anche se vi sono pazienti in Terapia semi intensiva, tre, per la precisione su un totale di venti persone ricoverate. Di queste, 15 sono donne e cinque uomini a conferma di quanto si sia invertita, in questa seconda fase della pandemia, la tendenza delle donne ad ammalarsi più degli uomini.
«Dopo che per la prima parte della scorsa settimana si erano registrati due ricoveri al giorno - precisano sempre da Asst -, venerdì scorso si è saliti a cinque, cui ne sono seguiti due sabato, nessuno tra domenica e lunedì, mentre due uomini sono stati dimessi tra ieri ed oggi. Il progressivo aumento dei malati è, ormai, un dato acquisito e tuto lascia supporre che proseguirà».
Fra i ricoverati, parecchie persone anziane, soprattutto ospiti delle case di riposo, (ricordiamo, al proposito, che sono otto i ricoverati nella Rsa Bernina di Sondrio, di nuova apertura, in cura al Morelli perchè positivi al Covid), ma a colpire è anche la presenza di pazienti giovani. Asst parla infatti di un’età dei degenti Covid che varia da 29 a 90 anni, il che lascia intuire il grado di pervasività del virus, tale da non fare sconti ad alcuno.
«Il consiglio che diamo a tutti è di non sottovalutare i sintomi - spiega Chiara Rebucci, infettivologa, responsabile del reparto Covid -. In presenza di febbre elevata per giorni, difficoltà respiratoria, dolore toracico e tosse, è opportuno chiamare il medico di base. L’intervento tempestivo è fondamentale nel contrastare un virus che non ha minimamente perso potenza rispetto alla primavera scorsa. Dove ci sono i focolai, l’infettività è elevata, per cui è necessario adottare con rigore le misure di sicurezza».
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