Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 05 Agosto 2018
«Sognavi l’Everest. Ora proteggi tutti noi da lassù»
Valfurva, bara avvolta dal tricolore portata dai coscritti L’attesa degli amici con in mano rose bianche e gialle. Tanta commozione per l’ultimo saluto ad Andrea Zen.
Un paese intero, Madonna dei Monti, ma soprattutto tantissimi giovani per l’ultimo saluto ieri pomeriggio ad Andrea Zen, lo studente di 17 anni che ha perso la vita mercoledì notte scivolando sulla strada viscida con la sua moto. I suoi coetanei del 2001 hanno portato la bara che era avvolta nella bandiera tricolore della classe con tutte le firme, a simboleggiare che loro saranno sempre con lui, come hanno fatto nei due giorni di veglia per non farlo sentire mai solo.
Gli amici, dopo il lungo corteo di qualche chilometro dalla casa di via La Fantela alla chiesa della Madonna del Carmine, hanno atteso l’ingresso della bara sul sagrato con in mano rose bianche e gialle. I compagni di karate della Società di arti marziali dell’Alta Valtellina indossavano tutti la maglietta nera del gruppo e il maestro Franco Caspani ha rincuorato durante la cerimonia, con un abbraccio o una carezza, i più giovani, sgomenti e addolorati. Singhiozzi, fazzoletti ad asciugare continuamente gli occhi lucidi sul sagrato sul quale in varie centinaia hanno ascoltato la cerimonia, visto che la chiesetta ha potuto contenere probabilmente un terzo dei presenti.
Andrea era un ragazzo molto attivo nella vita oratoriale, molto legato al sacerdote, e per il parroco don Mario Bagiolo che ha concelebrato con don Ottorino Martinelli non è stato semplice lenire il dolore.
«Andrea, ti parlo perché sono sicuro che mi stai ascoltando - le sue parole -. Per due anni (da quando è responsabile della parrocchia, ndr) mi hai fatto ridere, ora mi hai fatto piangere per due giorni. Tu sognavi di scalare lo Zebrù e poi di avere i soldi per potere scalare anche l’Everest, in un attimo li hai superati tutti e due. Ora butta giù uno sguardo anche su di noi». Il sacerdote si è rivolto anche ai tanti giovani, erano presenti anche i compagni di scuola della terza sezione Fm dell’Itis di Sondrio con alcuni professori e genitori rappresentanti di classe. «A tutti voi dico “carpe diem”, che è stato il motto del campo che abbiamo svolto recentemente a Riccione, al quale aveva partecipato anche Andrea. Fate in modo che la morte di Andrea non sia inutile, la vita è frenetica, ma basta un attimo per spezzarla. Ricordate l’allegria, la fede, la correttezza di Andrea».
Don Mario ha parlato ai genitori Alessio e Tiziana e agli amici di Andrea. «In questi giorni ho sentito tanti perché? Perché proprio Andrea; perché così? Perché a 17 anni? Io non ho nessuna risposta a questi perché - ha detto -. Non c’è risposta e non c’è consolazione. Io azzardo un’unica domanda. Come? Come si fa andare avanti? Come trovo forza e determinazione? Dico a tutti voi di ricordare tutte le cose belle che ha fatto Andrea. Lui dall’alto vi vede e vi vuole felici. Andrea non ha finito tutto in quel maledetto incidente in moto, ci guarda da lassù».
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