Cronaca / Tirano e Alta valle
Giovedì 04 Agosto 2016
«Siamo isolati dal mondo?
Facciamo come a Livigno»
La provocazione del presidente dell’Aci, Trinca Colonel. «Siamo tagliati fuori: concedano la zona extradoganale a tutta la valle».
«È un provvedimento che sa molto di scarico delle responsabilità: l’Anas ammette, di fatto, l’inadeguatezza della strada, ma anziché assumersene l’onere lo scarica sugli automobilisti».
Il presidente provinciale dell’Aci, Giovanni Trinca Colonel, non usa molti giri di parole per esprimere la propria contrarietà alla decisione dell’ente strade di istituire il limite dei 90 kmh su tutto il tratto della superstrada 36 del lago, unico collegamento con Milano.
«Certo che non sono d’accordo - aggiunge Trinca Colonel -. Mi sembra tra l’altro un bel caso di ingiustizia. Faccio un esempio. Se le scale di un condominio sono scivolose e qualcuno cade e si fa del male, il costruttore e il proprietario passano dei guai perché, per la legge, sono responsabili per i danni. In questo caso vale il principio contrario: la strada non è stata realizzata a regola d’arte, ma sono fatti degli automobilisti, costretti a subire a loro spese l’inefficienza della struttura. All’Anas che si giustifica accampando la scusa del cedimento della montagna faccio osservare che le gallerie della ferrovia, costruite molto prima di quelle della 36, evidentemente non ne risentono».
Anche a giudicare dalle polemiche e delle lamentele che circolano in rete sembra aumentare, comunque, il senso di isolamento che i valtellinesi provano ogni volta che si mettono in macchina per raggiungere qualsiasi meta fuori provincia.«L’isolamento aumenta, anziché diminuire - ancora Trinca Colonel -. Se questa è la politica del Governo centrale, allora chiederei un po’ di coerenza. Cent’anni fa, per risolvere il problema di Livigno, che durante l’inverno si ritrovava isolato dal resto del mondo, fu istituita la zona extradoganale. Benissimo, si faccia altrettanto adesso, estendendo i benefici delle esenzioni fiscali a tutto il territorio provinciale».
Una provocazione, quella dello storico presidente dell’Aci, ma soltanto fino a un certo punto. E per diversi motivi. «Il primo è legato alla mobilità. Si parla di incremento dei mezzi pubblici. Benissimo. Io vado spesso a Roma e ci andrei molto volentieri in treno, se i treni funzionassero come si deve. Sarebbe comodissimo. Invece con il servizio ferroviario inaffidabile che ci ritroviamo sono costretto a muovermi in auto. Dicono di usare i mezzi pubblici, poi però non si preoccupano di renderli efficienti».
In secondo luogo, sempre secondo il portavoce degli automobilisti di Valtellina e Valchiavenna, andrebbero tenute presenti anche alcune ragioni di tipo economico: «Tempi di percorrenza dilatati significano costi di trasporto maggiori per le nostre aziende, che si trovano così ulteriormente penalizzate rispetto a quelle che operano in altre zone. Infine il turismo, che dovrebbe essere la nostra vocazione. Mi chiedo che razza di offerta possiamo garantire ai turisti se strada e ferrovia sono in queste condizioni».
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