Sanità, minacce anonime
al sindaco di Grosio

In una lettera recapitata al nostro giornalista accuse per le posizioni assunte sul caso dell’ospedale Morelli

«Una fucilata “casuale” potrebbe arrivargli in una gamba». È questa l’esplicita minaccia ricevuta dal sindaco di Grosio, Gian Antonio Pini (anche presidente della Comunità Montana di Tirano) per la linea che ha scelto nella vicenda dell’ospedale Morelli di Sondalo.

Le minacce - segno della tensione con cui è seguita la vicenda - sono contenute in una lettera firmata testualmente “Grosini delusi ed incazzati” che si autodefiniscono appartenenti ad un fantomatico “Comitato grosino per il Morelli” (che ovviamente nulla ha a che spartire con il vero Comitato).

La lettera era diretta al sindaco e, per conoscenza, al giornalista de La Provincia Paolo Ghilotti,e a questo è stata recapitata ieri mattina.

«Siamo un gruppo di cittadini di Grosio, alcuni dei quali hanno familiari che lavorano al Morelli, tutti credono sia demenziale che Lei, signor sindaco, si schieri con chi lo vuol fare chiudere» si legge nello scritto.

Il Comune di Grosio quando a novembre il sindaco di Sondalo Ilaria Peraldini convocò gli stati generali della sanità a Sondalo invitando tutti i comuni della Comunità Montana di Tirano e di Bormio, aveva aderito. Una successiva riunione si era tenuta nella sala consiliare del Comune di Grosio. Poi c’era stata la spaccatura con i comuni della Comunità Montana di Bormio che hanno appoggiato il Piano Pradella, mentre Grosio (e tutti quelli della Cm di Tirano, tranne Aprica e Teglio che non si sono mai schierati), hanno fatto quadrato attorno al piano Marchica. Una scelta che molti grosini non hanno condiviso. In seguito Pini si era scagliato contro il Comitato criticando il suo operato e ritenendolo responsabile della crisi attuale del Morelli. Infine non ha partecipato alla serata organizzata a Sondalo due domeniche fa, assenza molto criticata dai concittadini.

Nella lettera il sindaco viene invitato a contare quanti grosini lavorano al Morelli. Poi si passa alle minacce: «Le consigliamo, nell’approssimarsi della stagione venatoria, di non spingersi oltre Fusino, ci sono tanti cacciatori a Grosio e una fucilata “casuale” potrebbe arrivargli in una gamba. In tal modo scoprirebbe sulla sua persona quanto impiegherebbe il 118 a portarla in qualche clinica privata del Milanese. Non ci spingiamo oltre, per ora. Questo è solo un primo consiglio “amichevole”».

«Sono amareggiato» si è limitato ad affermare il sindaco, che ha annunciato denuncia ai carabinieri

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