Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 12 Aprile 2017
Rogo vicino agli impianti Milioni di danni rischiati
I vigili del fuoco lunedì hanno evitato che la situazione degenerasse
«La fune poteva collassare. E se si fosse rotta sarebbero cadute le cabinovie»
Un gesto sconsiderato che avrebbe potuto avere conseguenze catastrofiche con danni per milioni di euro. Lunedì sera un incendio ha interessato l’area tra la partenza della cabinovia Bormio – Bormio 2000 ed il palo numero 3. L’immediato allarme, il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Valdisotto, e alcune circostanze favorevoli, hanno scongiurato il surriscaldamento della fune che regge l’impianto e la caduta a terra dell’infrastruttura che consta di 89 cabine.
«La prima circostanza positiva - ha commentato il direttore tecnico della ski area Pasquale Canclini – è che due estati fa, come Bormio ski, avevamo provveduto al taglio delle piante di alto fusto al di sotto della cabinovia, piante pericolose in caso di forte vento, eventuale ostacolo per l’evacuazione di persone e potenziale pericolo in caso di incendio».
«In questi giorni il rischio di incendi – ha rilevato Canclini – è notevole. Magari una persona pensa solo di bruciare alcune erbacce e non si rende conto dei potenziali danni che può creare. La fune di un impianto di risalita come la cabinovia Bormio – Bormio 2000, del diametro di 54 millimetri, sembra apparentemente indistruttibile ma, al suo interno, c’è un’anima in pvc che dopo 15, massimo 20 minuti, soprattutto se si trova in tensione, collassa. In questo caso, nella migliore delle ipotesi, il danno è di circa 200 mila euro mentre nella peggiore, con la caduta a valle delle cabinovie causa la rottura della fune, si parla di milioni di euro».
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