Ristorazione di qualità a confronto a Livigno: «Collaboriamo per un futuro migliore»

La montagna gastronomica di qualità riunita a Livigno perché è dal confronto che nascono le migliori idee. E la cucina può rappresentare il traino per innalzare la qualità dell’intero settore ricettivo e turistico come dimostra l’history case di Cavalese dove nel nome dei cinque cerchi è nato un progetto di formazione denominato “Tradizione e gusto” con 60 ristoranti associati e una comunità che fa rete con contadini e macellai. Un esempio per il territorio valtellinese.

C’erano i grandi chef delle località olimpiche nella sala co-working del Mottolino Fun Mountain. Intorno al tavolo, in un incontro guidato da Paolo Marchi, giornalista ideatore di identità Golose, punto di riferimento della gastronomia italiana, il cuoco di casa Michele Talarico del Tèa del Kosmo, Gianni Tarabini de La Présef di Mantello, Alessandro Gilmozzi di El Molin di Cavalese, Riccardo Gaspari del San Brite di Cortina, Nicolò Quarteroni dell’Agriturismo Ferdy a Lenna in Val Brembana e Andrea Galli del Dolce Passione di Livigno. Presenti anche Fausto Silvestri, “storico” ristoratore del Piccolo Tibet e segretario dell’associazione Mattias, nata in ricordo di Mattias Peri primo chef stellato della Valtellina (non della Valchiavenna) che lavora con 12 scuole alberghiere e 3600 ragazzi, il giornalista Giacomo Mojoli e per il mondo dei vini Marcel Zanolari e Aldo Rainoldi. In collegamento da Brunico per un saluto Norbert Niederkofler che con la sua filosofia “Cook the mountains” ha ispirato Kosmo Taste the Mountain, guidato da Siria Fedrigucci.

Le aspettative dai territori olimpici per l’evento e soprattutto per quello che l’evento lascerà dopo sono alte. «Cosa accadrà durante l’anno olimpico non lo so - dice Gaspari la cui cucina è legata al territorio - perché ancora non sappiamo se il paese sarà chiuso. Sono però ottimista e fiducioso per il post. Sono convinto che Giochi saranno un’ottima cosa per Cortina».

Particolare l’esperienza di Gilmozzi a Cavalese dove, su spinta dell’Apt, sta andando avanti il progetto di formazione. «Un bellissimo progetto - dice - che speriamo possa proseguire anche dopo perché solo facendo rete e mettendosi a confronto tra di noi si può crescere». L’iniziativa prevede un gruppo di lavoro che 5/6 volte all’anno si riunisce per un educational di una settimana alla scoperta di esperienze emblematiche. «Collaboriamo per un futuro migliore» dice Gilmozzi.

«Sono certo che Livigno farà una bellissima figura per le Olimpiadi - le parole di Tarabini che ha ricordato la particolarità dell’azienda in cui opera, dove i prodotti sono pressoché tutti a chilometro zero -, sono più preoccupato per il resto della Valle e soprattutto per i collegamenti».

Una montagna lontana dai classici stereotipi quelli a cui pensa e per cui lavora Quarteroni. Una realtà la sua creata dal padre per dare un futuro alla famiglia, consentendogli di rimanere a vivere in montagna. Una tradizione che prosegue «curando, tutelando e creando valore per il nostro territorio. Gli chef - dice Quarteroni - hanno dato un sogno alla montagna. E questo è fondamentale». Che significa anche che i prezzi devono essere coerenti con impegno e fatica, che bisogna insegnare alle persone la differenza del gusto dei prodotti e «dare grande orgoglio alle persone che lavorano nel nostro settore».

Come sta facendo il giovane Talarico, 33 anni, che dalla Puglia dopo aver girato il mondo e due anni da Niederkofler si è trasferito a Livigno per contribuire a un progetto che - dicono lui e Fedrigucci - si nutre di giorno in giorno. Ma cosa rappresentano le Olimpiadi per il Kosmo? «Al momento fondamentalmente programmazione - dice Siria Fedrigucci - perché essendo piccoli dobbiamo cominciare a ideare e stoccare pensando a chi vogliano essere per quel momento e dopo. Di sicuro vogliamo mantenere la nostra identità, la nostra filosofia e continuare a fare le cose per bene. Proprio come adesso».

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