Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 30 Luglio 2017
«Rialzàti grazie a fede e operosità»
Venerdì a Valdisotto le due cerimonie a 30 anni esatti dalla frana che si staccò dal monte Zandila . E in tempi social, anche ricordi e foto di allora vanno in rete. Creata la pagina Facebook su Sant’Antonio Morignone.
Il ricordo della frana della val Pola, intenso e struggente, per la prima volta, in trent’anni, si è sviluppato anche in internet. Alcuni cittadini hanno infatti aperto lo scrigno prezioso delle loro fotografie, dei loro album prendendo quelle più significative e mettendole in rete (è stata creata anche una pagina facebook dedicata a S. Antonio Morignone ) affinché rimanga vivo il ricordo di quei dieci giorni che hanno cambiato la geografia di una vallata e stravolto per sempre la vita di tante famiglie.
Il culmine delle piogge incessanti e della forza dirompente della natura lo si è vissuto in Valdisotto il 28 luglio del 1987 alle 7.23 quando dal monte Zandila scesero 40 milioni di metri cubi di materiale che, ironia della sorte, risalirono per 350 metri sull’altro versante dove sorgeva l’abitato di Aquilone, considerato sicuro e quindi non evacuato. Qui, purtroppo, è stato pagato il tributo più alto di vite umane a partire da quei nove bambini che, ancora oggi, per la maggior parte riposano “sotto” l’area della val Pola non essendo mai stati ritrovati.
Venerdì, in Valdisotto, è stata la giornata della preghiera, del silenzio, delle lacrime mute a rigare le guance di chi, quel dramma, l’ha vissuto in prima persona. La prima celebrazione si è svolta alle 7.30 alla stele di S. Martino, dove un tempo sorgeva quella chiesa che il 18 luglio del 1987, durante la terribile notte dell’alluvione, con la strada statale franata, offrì un rifugio sicuro dalla pioggia e dal vento ad oltre 160 persone. Poi anche quel tempio di culto fu sommerso dalla frana assieme a Clement e Tini (Attilio) Giacomelli, i due uomini che trovarono la morte lassù ricordati durante la celebrazione eucaristica del mattino.
Alle 20.15 un’altra messa, presso la cappella di Aquilone, in ricordo di tutte le vittime. E qui, per la seconda volta in dieci giorni, a presiedere la celebrazione è stato il Vescovo di Como Oscar Cantoni che, dopo aver officiato il rito il 18 luglio al termine della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, venerdì sera non ha voluto mancare a dare il proprio conforto e sostegno nel trentennale esatto dall’alluvione. Anche in quest’occasione, caratterizzata dalla presenza di numerosi sacerdoti delle diverse parrocchie dell’Alta Valle, ha ricordato il ruolo importantissimo della fede, il legame forte dettato dalla solidarietà, davvero importante in quei giorni tremendi, l’operosità dei valtellinesi che si sono riscattati credendo fermamente in un Dio che, in quei giorni, non si è di certo dimenticato dei suoi figli ma li ha sorretti e ha pianto con loro.
E anche il prefetto di Sondrio Giuseppe Mario Scalia, dopo aver organizzato la cerimonia del 18 luglio scorso, venerdì sera è tornato ad Aquilone per la messa animata dal coro “La Bajona” di Bormio diretto dal maestro Amos Sertorelli. Presente chiaramente anche l’amministrazione comunale di Valdisotto con in testa il sindaco Alessandro Pedrini e tanti ex amministratori nonché i rappresentanti delle diverse Forze dell’Ordine, della Croce Rossa e delle numerose associazioni di volontariato che, trent’anni fa, si misero da subito in prima linea per aiutare le popolazioni e i paesi così duramente colpiti. Al termine della funzione sono stati distribuiti i “calendari” realizzati per il trentennale.
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