Cronaca / Tirano e Alta valle
Venerdì 18 Settembre 2015
«Regole uguali per tutti e stop a gestioni private». In tv il sindaco di Aprica
Ha espresso il suo punto di vista sulla questione chiedendo con fermezza regole uguali per tutti e una gestione pubblica (e non affidata a privati e albergatori) della questione profughi.
Si sarebbero aspettati spazio maggiore per dire la loro, ieri sera, gli aprichesi riuniti in piazza Mario Negri Scultore dove si è tenuto il collegamento in diretta con “Dalla vostra parte”, il programma televisivo italiano quotidiano in onda dalle 20,30 alle 21,15 su Rete 4 e condotto da Paolo Del Debbio. Di primo piano l’argomento: l’emergenza profughi. Che anche ad Aprica sta facendo discutere.
Seppure in diretta sia andata solo una manciata di minuti, il sindaco di Aprica, Carla Cioccarelli, ha espresso il suo punto di vista sulla questione chiedendo con fermezza regole uguali per tutti e una gestione pubblica (e non affidata a privati e albergatori) della questione profughi. Dalla sua parte anche l’amministrazione comunale, il rappresentante di minoranza Danilo Muti in veste anche di presidente dell’associazione commercianti, numerosi cittadini, rappresentanti di associazioni e, in genere, del comparto turistico. È, infatti, chi lavora di turismo – in pratica tutti ad Aprica – a temere per questa situazione. «Non vogliamo passare per razzisti - ha detto il sindaco -. Qui si sta parlando di organizzazione, rispetto e uguaglianza di trattamenti. Va definito il numero massimo di persone che ciascuna realtà è in grado di ospitare, poi è necessario che tutti siano obbligati ad aderire a questo piano». In pratica secondo Cioccarelli, il turista non deve trovarsi a dover scegliere fra località che ospitano profughi e altre che non lo fanno. Terzo punto su cui il sindaco ha puntato è quello della gestione dell’accoglienza. «Visto che questa scelta ha impatti pesanti sulla vita di un’intera comunità e ad Aprica già aleggiano tensioni – ha proseguito -, non possono e non devono essere i soggetti privati a scegliere. Occorre che lo faccia la parte pubblica in modo che queste persone possano essere accolte, tutelate e non ghettizzate. I flussi monetari devono passare per i Comuni. Non possono essere i privati a fare business penalizzando un paese intero». E qui è scattato l’applauso dei concittadini di Cioccarelli che appoggiano pienamente la sua opinione. Non erano tanti sotto la tettoia del palazzo municipale – una cinquantina più o meno -, ma erano agguerriti e intenzionati a difendere la propria località. Nell’unico collegamento, prima della chiusura della trasmissione, è stata data la parola anche ad Andrea Negri, imprenditore, che ha rimarcato: «Dobbiamo chiederci quali siano i costi di questo business. Business che va discapito del turismo di cui Aprica si nutre – ha affermato -. Magari in inverno qualche turista potrebbe non venire ad Aprica per via della presenza dei migranti. Mi auguro non succeda, ma è un rischio che non posso escludere. Ho famiglia, vivo e lavoro qui e intendo proseguire il mio futuro ad Aprica».
Come lui tanti altri giovani che nella piccola folla si sono mischiati, ma anche madri di famiglia, operatori turistici ed economici. Quando la trasmissione si è conclusa, un po’ di delusione si è letta fra i volti degli aprichesi che avrebbero voluto dire maggiormente la loro opinione sulla vicenda. «Peccato, sarà per un’altra volta - ha detto una signora -. Non mi va però che con questa emergenza ci guadagnino alcuni privati, che peraltro non sono neppure di Aprica. Noi che, invece, tutto l’anno viviamo e lavoriamo qui, cosa dobbiamo fare?». E ancora un’altra aprichese: «Non ci definiscano razzisti. Siamo realisti. È possibile veder arrivare questi ragazzi già con telefonino in mano e scheda sim per poter telefonare senza che neppure la paghino? Perché io devo pagare 15 euro per averla e loro no? Lavoriamo tutti per vivere». Fra la protesta anche qualche timore legato ad eventuali malattie come la malaria.
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