Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 05 Luglio 2017
Prosciugamento dello Spöl, la vicenda di Livigno finisce in Procura
Il Movimento 5 Stelle e l’associazione “L’acqua è Tua” hanno depositato un esposto a Sondrio
Dopo essere approdata sul tavolo dell’Unione europea, la questione del prosciugamento dello Spöl approda in Procura a Sondrio. Il Movimento 5 Stelle e “L’acqua è Tua”, coerentemente con le attività già poste in essere a tutela dell’ambiente valtellinese del 2016, intendono restituire dignità e vita al bacino idrografico del fiume di Livigno e, più in generale, a quello dell’Alta Valtellina.
A distanza di circa sei mesi dalla presentazione dell’interrogazione parlamentare sull’impoverimento idrico del fiume di Livigno e la segnalazione alla Commissione Ue, l’onorevole Massimo De Rosa, il consigliere regionale Eugenio Casalino e Nicola Faifer, fondatore di “L’acqua è Tua”, hanno avviato ulteriori attività a tutela degli ecosistemi di fiumi e torrenti valtellinesi, al centro - sostengono - di eccessivi e discontinui prelievi idroelettrici.
Gli esponenti del Movimento 5 Stelle e il fondatore di “L’acqua è Tua” hanno dunque depositato un esposto alla Procura della Repubblica di Sondrio per «denunciare il perdurare del disastro ambientale, nonostante i ripetuti inviti formulati al ministero dell’Ambiente con interrogazioni formali sul tema». I denuncianti anticipano che oltre l’esposto sarà presentato un preciso sollecito agli enti competenti affinché le ragioni ambientali «non restino inascoltate, a giorni sarà inoltre possibile votare una petizione pubblicata sui siti istituzionali comunitari».
«Sembra incredibile, ma in Italia c’è un territorio che sta lentamente morendo in nome di un accordo datato 1958, negli anni superato sia dalla normativa italiana che da quella Europea - aggiunge De Rosa -. La responsabilità è da attribuire all’utilizzo a scopo idroelettrico delle acque del bacino del fiume Spöl da parte di A2A. Un utilizzo che non rispetta la normativa italiana, dal momento che l’azienda opera senza rilasciare il deflusso minimo vitale ai corsi d’acqua a valle del bacino come vorrebbe la normativa vigente, ma è di contro regolamentata da una convenzione internazionale tra Repubblica Italiana e Confederazione Svizzera, ratificata nel 1958».
E a quell’accordo A2A ha sempre sostenuto di attenersi, ritenendo di operare del tutto correttamente.
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