Cronaca / Tirano e Alta valle
Martedì 10 Novembre 2015
«Profughi, non si fa nulla per integrarli»
Tre giovani ospitati all’Aprica sono stati sorpresi a chiedere l’elemosina per le strade di Tirano. Il sindaco Cioccarelli: «Chi prende i soldi per ospitarli dovrebbe pensare a come fare per aiutarli a inserirsi»
Si rinfocolano le polemiche nel Tiranese sull’assenza di gestione nell’accoglienza dei profughi. Questa volta a sollevare il problema sono il sindaco di Tirano, Franco Spada, e il sindaco di Aprica, Carla Cioccarelli, che si sono confrontati, nei giorni scorsi, dopo che alcuni profughi, ospiti da circa due mesi ad Aprica, sono stati sorpresi a fare l’elemosina a Tirano. I ragazzi sono stati così riaccompagnati ad Aprica.
«Si è trattato per ora di tre ragazzi - dice Spada -, ma ciò è il segnale di un fenomeno che non viene gestito come dovrebbe. Si dovrebbe fare un salto di scala sulla questione. Nei giorni scorsi qualche ragazzo è stato visto in città a chiedere l’elemosina e così abbiamo dovuto attivare la polizia locale che li ha fermati, li ha accompagnati al pullman che li avrebbe riportati ad Aprica e ha controllato che i ragazzi davvero ci salissero. Sul territorio c’è un grosso coordinamento fra la polizia locale e i carabinieri che sono attenti dal punto di vista della sicurezza, ma è la società civile che si deve muovere, invece, per fare in modo che questi ragazzi possano essere integrati e non abbiano bisogno di cambiare paese per cercare l’elemosina».
Il sindaco di Aprica, che già in passato non ha nascosto il proprio malcontento su come l’operazione profughi viene gestita, è ancora più dura. «Non vengono rispettate da parte di chi ospita i profughi le convenzioni con la Prefettura che prevedono la mediazione culturale e l’integrazione. Nessuna iniziativa in tal senso è stata attivata. I ragazzi parlano inglese e neppure tutti. Occorre che vengano organizzati corsi di italiano. Il Comune di Aprica ha dato a disposizione un locale per tenere il corso, ma chi prende 35 euro al giorno per accogliere profughi ne dovrebbe mettere almeno 5 per promuovere un corso di italiano. Gli operatori che ad Aprica ospitano i profughi hanno una convenzione con una cooperativa di Breno (provincia di Brescia) che, forse, non sa neppure dove si trovi Aprica e che, di questi processi, si disinteressa».
Cioccarelli propone una serata di presentazione aperta alla comunità, perché «la gente vive nel pregiudizio. Ad Aprica dilaga il terrore che i turisti milanesi non scelgano Aprica per le loro vacanze se per strada o come vicini di casa debbano avere dei profughi come nelle città. Peraltro mi risulta che alcuni dei 52 profughi accolti ad Aprica siano stati spostati in appartamenti nei condomini, ma non so dove. Ho chiesto alla Prefettura, ma neppure lì mi hanno risposto. Non è ammissibile che in un condominio convivano aprichesi in affitto o proprietari di appartamenti, turisti e profughi senza che nessuno sappia nulla».
Infine il sindaco propone di valutare una convenzione con la Pro loco affinché i ragazzi possano partecipare a qualche attività, «non per sfruttarli, ma perché possano essere utili sul territorio e si possano integrare con chi abita ad Aprica».
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