Piazza della Basilica di Tirano, l’architetto Rinaldi: «Riqualificazione non più rinviabile»

Riqualificazione, valorizzazione e pedonalizzazione. Sono i tre temi che interessano per il futuro piazza della Basilica della Madonna di Tirano, quest’anno peraltro chiesa giubilare. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco, Stefania Stoppani, ha cominciato con la pedonalizzazione domenicale, intenzionata però a renderla definitiva dopo un intervento complessivo sulla piazza. Di cui – va detto – si parla da decenni. Già nel 2004 gli architetti Giampaolo Rinaldi di Tirano, Graziano Tognini e Simone Cola di Sondrio avevano elaborato su incarico del Comune di Tirano (amministrazione di Giordano Rossi) un progetto di riqualificazione complessiva di piazza Basilica. Progetto che aveva avuto, oltre all’approvazione del Comune di Tirano, anche la condivisione della competente Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Milano.

«Mi sembra finalmente che ci sia da parte dell’amministrazione comunale la consapevolezza che non sia più rinviabile un intervento di valorizzazione nel luogo più simbolico della nostra città – afferma Rinaldi, anche a nome dei colleghi -. Negli ultimi trent’anni tutte le amministrazioni che si sono succedute (dai sindaci Poluzzi a Spada, passando per Rossi e Del Simone) hanno ipotizzato interventi di pedonalizzazione o valorizzazione dello spazio pubblico della piazza della Basilica, senza mai però arrivare ad una sua compiuta realizzazione».

Come mai secondo lei?

«Il progetto che, pur essendo stato concepito in vari lotti funzionali, non ha più avuto seguito per mancanza di finanziamenti e soprattutto per la scarsa volontà politica di affrontare le varie problematiche emerse, non ultima quella dell’ingente traffico automobilistico e di mezzi pesanti che, ancora oggi, interessa la piazza».

Siamo nel 2025, da dove ripartire?

«Le cose da fare appaiono complesse, ma allo stesso tempo chiare: innanzitutto serve una visione di lungo periodo, lo spazio pubblico della piazza va riqualificato nella sua interezza, senza cadere in ordinarie manutenzioni dello stato di fatto. Si tratta di uno spazio unico nella sua ideazione e costruzione; un grande luogo pubblico attorniato da botteghe ed edifici con al centro uno degli edifici religiosi più significativi dell’arco alpino, uno spazio sacro ed allo stesso tempo laico, un luogo di incontro, di scambio, di commerci. Si pensi solo all’istituzione nel 1514 della fiera di San Michele da parte dei governanti Grigioni. Una piazza che da sempre è un crocevia come l’aveva definito lucidamente padre Camillo De Piaz: “Non c’è crocevia che eguagli questo per tutta l’estensione delle nostre contrade, e di gran parte dell’area alpina circostante, nessun luogo più pubblico”. Uno luogo privilegiato che nasconde al suo interno una delle più belle espressioni artistiche del Rinascimento lombardo».

Qual era la vostra idea di riqualificazione?

«Il progetto di riqualificazione approvato da Soprintendenza e Comune di Tirano trae ispirazione dalla nota stampa del Majer del 1831 dove l’edificio sacro poggiante su un basamento di granito svetta sulla sua piazza definita geometricamente ed in modo ordinato dalle sue botteghe e dagli edifici del Penitenziere e del palazzo San Michele. Botteghe ed edifici che ne definiscono un singolare recinto urbano in cui si riconoscono ancora le tre porte di accesso, oggi purtroppo ancora spalancate all’intenso traffico automobilistico».

Qual è l’obiettivo del progetto?

«Togliere innanzitutto il traffico automobilistico, fare pulizia e ordine nello spazio pubblico attorno al monumento e riportare su un unico livello lo spazio esterno all’edificio sacro. Quindi si punta a ridefinirne i suoi margini e i suoi accessi, di valorizzare il passaggio fra il dentro (la piazza) ed il fuori (un tempo la campagna circostante oggi occupata dall’edificazione di fine Novecento). L’attenzione maniacale delle decorazioni interne alla chiesa, dove ogni centimetro quadrato è interessato da sculture e decorazioni pittoriche, contrasta visibilmente con lo spazio esterno della piazza, caratterizzato da una sovrapposizione di materiali: porfidi, serpentini, travertini, cordoli di granito, asfalti, pedane di legno, paletti e catenelle di ferro, vasche in calcestruzzo riempite da improbabili essenze verdi, solo per citarne alcuni».

E veniamo al sagrato, punto focale della piazza.

«L’attuale spazio antistante la facciata principale che assurge a sagrato, nel nostro progetto di riqualificazione, veniva rimosso integralmente in quanto si tratta di un falso storico: si tratta, infatti, di un rialzo della quota della pavimentazione originaria effettuata dal Comune di Tirano nel 1958 per delimitare lo spazio destinato alle automobili. Una sorta di rotatoria ante litteram attorno al monumento, dove si è poi ricavato un improbabile parcheggio pubblico di cui, fin dal 1990, la Regione Lombardia, all’atto dell’approvazione del piano regolatore della città, aveva chiesto la cancellazione».

Oggi cosa è cambiato rispetto al passato che possa far propendere per vedere finalmente piazza della Basilica riqualificata?

«Gran parte delle motivazioni che hanno rallentato il processo di riqualificazione della piazza appaiono oggi in parte superate: pensiamo al fatto che verosimilmente fra 300 giorni oltre il 70 per cento dei veicoli che attraversano la piazza, mezzi pesanti compresi, transiteranno sulla tangenziale. La stessa questione della pedonalizzazione sembra, ormai, accettata dagli stessi commercianti che hanno riscontrato, negli ultimi anni, un costante e continuo incremento di visitatori e turisti».

I costi, però, non sono irrilevanti.

«Di fatti rimane l’importante aspetto finanziario che al netto dell’eventuale rifacimento dei sottoservizi, si può stimare in 3-4 milioni di euro per 6mila metri di piazza. Costi che a prima vista appaiono esorbitanti, anche se rappresentano meno del 2 per cento di quanto si sta spendendo per la tangenziale, e che non possono certo essere caricati unicamente sul Comune di Tirano, ma attraverso i Patti territoriali si possono trovare le risorse con gli altri enti provinciali ed enti finanziatori, non fosse altro che la Madonna di Tirano è stata proclamata fin dal 1946 patrona della Valtellina».

Dunque i tempi sono maturi?

«Assolutamente sì. Le potenziali trasformazioni della nostra città sono da ricercare non solo in termini prettamente viabilistici, ma soprattutto nella valorizzazione di tutti gli spazi pubblici e nella mobilità complessiva partendo dagli utenti più deboli: anziani, bambini, pedoni, ciclisti».

Il vostro progetto per piazza della Basilica è, dunque, sempre valido e a disposizione?

«Sì, certamente. Credo che questa piazza sia notevole, concepita con un monumento al centro. Ci vuole coraggio ora, non manutenzioni».

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