Piano territoriale
E’ sparita” la ski area

Contestato La Comunità montana della Valchiavenna contro lo stop allo sviluppo in quota, cartografia sbagliata

Errori cartografici macroscopici da correggere, a partire dalla “scomparsa” della ski area della Valchiavenna e revisione degli articoli 15 e 15 bis, quelli che individuano le aree alpine e le aree di elevate naturalità indiscriminatamente sopra i 1.600 metri «per evitare le forti penalizzazioni che queste previsioni producono sulla vita quotidiana dei cittadini residenti».

Troppe inesattezze

Non sono solo i Comuni e la Comunità montana dell’Alta Valle a prendere posizione contro quanto indicato dal nuovo Piano territoriale regionale e dell’allegato Progetto di valorizzazione del paesaggio, che di fatto precludono qualunque tipo di sviluppo alle quote più alte, a chiedere l’intervento correttivo da parte degli uffici milanesi sullo strumento di pianificazione è anche la Comunità montana della Valchiavenna.

L’ente guidato da Davide Trussoni ha infatti a sua volta inviato a Milano una serie di osservazioni per ottenere le modifiche «necessarie a consentire la vita nelle nostre comunità». «La lettura degli elaborati ci ha lasciati perplessi sotto molti punti di vista - spiega Trussoni -. Innanzitutto per quanto riguarda la parte cartografica perché nella tavola PR2 non compare il domino sciabile di Madesimo, Campodolcino e Piuro (la skiarea della Valchiavenna), che rappresenta una delle realtà sciistiche di maggior rilievo della Lombardia. Risultano poco comprensibili le ragioni di questa scelta, che rappresenta oltretutto un errore su scala macroscopica».

Le tavole

«Analizzando nel dettaglio la tavola PR2 - prosegue . emerge una situazione per nulla condivisibile dalla quale risulta che l’intera area del dominio sciabile ricompresa nel Ptcp della provincia di Sondrio e negli strumenti urbanistici vigenti nei comuni di Campodolcino, Madesimo e Piuro non è stata rappresentata».

Ma non è l’unica pecca del documento.

«La cartografia riconduce parte delle aree del dominio sciabile - sottolinea l’ente montano nella sua lettera alla Regione -, agli ambiti di elevata naturalità (articolo 15 bis) nei quali sono consentiti soltanto interventi necessari per l’ammodernamento e la razionalizzazione del sistema degli impianti».

Ma l’individuazione di aree antropizzate all’interno degli ambiti di elevata naturalità non è corretta - aggiunge Trussoni - in quanto in contrasto con i criteri di definizione degli stessi ambiti. Tanto che in aree analoghe, come ad esempio quella della sky area di Aprica, non solo è stato introdotto il perimetro del dominio sciabile ma tutta l’area è stata ricompresa tra le aree urbanizzate. Due pesi e due misure di difficile comprensione e che costituiscono una distorsione delle previsioni del documento».

Articoli da rivedere

Anche perché la Comunità montana della Valchiavenna ha già inoltrato alla Regione un Patto territoriale attraverso il quale promuovere un intervento di sostituzione della funivia di accesso alla Val di Lei ed un potenziamento degli impianti nella valle, con la previsione che è già coerente con gli strumenti urbanistici vigenti. «Progetto fondamentale per lo sviluppo socioeconomico dell’intero territorio della Valchiavenna - sottolinea Trussoni -, ma che le indicazioni del Ptr e del Pvp renderebbero inattuabile».

Oltre alla correzione degli errori evidenti e macroscopici, la Cm della Valchiavenna, così come i Comuni e la Cm dell’Alta Valle, chiede la revisione degli articoli 15 e 15bis, «la cui articolazione crea confusione e non permette di comprendere quali sono le effettive possibilità di intervento nelle quote alte della montagna, dove in particolare nei comuni di Campodolcino e Madesimo vivono permanentemente diverse famiglie (presenza di frazioni montane stabilmente abitate a quota 1800 mt slm)».

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