Cronaca / Tirano e Alta valle
Sabato 27 Gennaio 2018
Pian di Gembro, la gestione non cambia
«Assurdo salti tutto all’ultimo minuto»
fumato il riassetto di ventiquattro aree protette tra cui quella di Villa di Tirano. Sbotta il presidente dell’ente montano: «Non si può imbastire un lavoro così e disfare tutto».
La riserva naturale di Pian di Gembro continuerà a essere gestita dalla Comunità montana di Tirano e non dal Parco delle Orobie valtellinesi insieme a quello bergamasco. Inatteso dietrofront nella riorganizzazione dei parchi regionali. Parliamo di 24 aree protette – fra cui la riserva nel territorio comunale di Villa di Tirano, ma in mano all’ente montano - in nove macroaree. Durante la commissione regionale agricoltura è stata la maggioranza a chiedere alla giunta regionale di ritirare la delibera di riassetto firmata dall’assessore all’ambiente Claudia Terzi.
Delibera che si proponeva di realizzare un sistema integrato delle aree regionali protette. consolidare la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale e del paesaggio per semplificare le relazioni tra gli utenti e con la popolazione che fruisce delle aree verdi.
Nel caso di Pian di Gembro e delle altre aree protette della provincia, questo poteva significare confluire all’interno del Parco delle Orobie. Un passaggio che l’ente tiranese stava curando da mesi affinché il “gioiellino” del Tiranese continuasse a essere custodito e tutelato. Ora tutto è stato annullato.
Fortemente contrariato il presidente dell’ente mandamentale Gian Antonio Pini: «Non si può imbastire un lavoro complesso come questo e quando si è quasi vicini alla conclusione, disfare tutto. È assurdo».
Il Parco sarebbe dovuto subentrare nella gestione a cavallo della fine del 2018 e inizio 2019 occupandosi della riserva dal punto di vista economico, ma per quello pratico aveva bisogno della collaborazione degli stakeholder sul territorio, che conoscono il luogo e hanno maturato un’esperienza nella conduzione dell’area da anni.
Inoltre a metà gennaio il comitato di gestione della riserva si sarebbe riunito con il Parco delle Orobie per una programmazione. «Non se ne fa più nulla – prosegue Pini -. Credo che il motivo sia che troppe poltrone sarebbero saltate. I presidenti dei parchi sono pagati e molti avrebbero perso il posto con l’accorpamento in nove macro-aree. Probabilmente per questo motivo l’operazione è stata politicamente bloccata».
«Per la riserva di Pian di Gembro non cambia nulla. La Cm non veniva pagata per gestirla. Se però la riserva fosse rientrata in un circuito regionale, ci sarebbe stata più possibilità di attingere a fondi regionali ed europei per valorizzarla. Per questo è un peccato».
Pini annuncia un incontro del comitato di gestione della riserva per studiare i futuri passi. Il comitato è composto, oltre che da Pini, dal rappresentate designato dalla Regione Lombardia, Monica Manoni (consigliere di minoranza di Villa), da Sara Tognela (vicesindaco) vicepresidente del comitato, da Alan Delle Coste (rappresentante della maggioranza della Cm), Giandomenico Fiorina (rappresentante della maggioranza del Comune di Villa), Antonino Zappalà (rappresentante della minoranza del Comune di Villa), Mario Beretta (esperto in botanica) e Raoul Manenti (esperto faunista).
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