Cronaca / Tirano e Alta valle
Venerdì 21 Aprile 2017
Parco delle incisioni rupestri a Grosio
«Il consorzio turistico ci aiuti»
La proposta del presidente dell’ente montano contro la chiusura. «Possiamo affidarne la gestione provvisoria al Terziere Superiore».
Quei cancelli del Parco delle incisioni rupestri di Grosio, chiusi, dopo che il presidente Alessandro Deriu, senza coperture assicurative, ha dovuto suo malgrado rinunciare al ruolo di guida volontaria che faceva in maniera del tutto straordinaria per non privare i visitatori di una spiegazione di ciò che vedevano, sono un’immagine che il presidente della Comunità Montana di Tirano, Gianantonio “Gianni” Pini, vuole al più presto cancellare.
« Ribadisco che la Provincia di Sondrio e la Comunità montana di Tirano sono disponibili ad affidare in maniera provvisoria la gestione dell’attività che finora era svolta dal consorzio del parco delle incisioni rupestri al consorzio turistico del Terziere Superiore. In maniera tale da garantire in tempi celeri, magari dalla prossima settimana, una volta ultimate le delibere necessarie, la ripresa della gestione».
Quella del consorzio turistico diretto da Gigi Negri come ancora di salvataggio per non interrompere l’attività era una proposta già balenata dopo l’incontro in Prefettura fra il Comune di Grosio, il Comune di Grosotto, la Comunità montana di Tirano e la Provincia di Sondrio. Ma a distanza di un mese nulla è stato fatto.
«Chiaramente - prosegue Pini - i sindaci di Grosio e di Grosotto devono trovare un’intesa per uscire dalla situazione di immobilismo: se il Comune di Grosotto insiste nel non voler far parte del consorzio, lo si può tranquillamente escludere formandone uno senza di loro. Bisogna però assolutamente fare qualcosa per evitare il rischio che il Parco delle incisioni di Grosio venga inglobato nel Parco delle Orobie». Intanto il presidente Deriu, costretto a chiudere l’area informando la Sovrintendenza che senza copertura assicurativa non era più possibile effettuare le visite, ha aperto uno spiraglio contattando addirittura Vittorio Sgarbi. «Visto il suo famoso “capra, capra”, accanto alla spiegazione di quanto sta succedendo al nostro consorzio gli ho inviato l’immagine di una capra della nostra Rupe Magna, sperando lo possa incuriosire».
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