Cronaca / Tirano e Alta valle
Venerdì 12 Aprile 2019
Non solo nel mare: la plastica è arrivata al ghiacciaio dei Forni
Valfurva, preoccupante analisi dell’università di Milano. Trovate particelle di microplastica in diversi campioni. «Può derivare dall’attrezzatura di alpinisti o dal vento».
Plastica non solo in mare ma anche sui ghiacciai. Per la prima volta piccole particelle di microplastiche sono state identificate in alta quota ed esattamente sul ghiacciaio dei Forni, nel parco nazionale dello Stelvio, in alta Valfurva. Da anni questo ghiacciaio è “monitorato” speciale, oggetto di studi, ricerche, misurazioni, soprattutto nei mesi estivi, da parte di un team di ricerca. Dopo l’allarme, lanciato anche sulle pagine del nostro giornale dal professor e geologo Claudio Smiraglia sullo stato di regressione del ghiacciaio, ora l’ultima scoperta: il ritrovamento di microplastiche da parte di un team di ricerca dell’università degli Studi di Milano e di Milano-Bicocca che, l’estate scorsa, ha fatto i campionamenti nel sedimento sopraglaciale. In ogni chilogrammo sono state ritrovate 75 particelle di microplastica (poliestere, poliammide, polietilene e polipropilene ndr.), un dato comparabile con il grado di contaminazione osservato in mare e lungo le coste europee. Le particelle trovate sulle Alpi potrebbero scaturire “sia dal rilascio e dall’usura di abbigliamento e attrezzatura di alpinisti ed escursionisti”, sia essere giunte sul ghiacciaio portate da masse d’aria. Una scoperta, quella avvenuta in Valfurva, che non ha sorpreso gli studiosi sebbene sia la prima volta che viene accertata la presenza di microplastiche in alta montagna.
La contaminazione di microplastiche, è stato spiegato a Vienna illustrando i risultati della ricerca alla conferenza internazionale dell’European Geosciences Union, «è ormai diffusa e documentata in molte regioni della terra ed è ritenuta una tra le più impattanti sull’attività umana: ritrovata persino nella Fossa delle Marianne», nell’Oceano Pacifico, «ha una forte persistenza nell’ambiente, può entrare nella catena alimentare e ha un forte impatto sugli ecosistemi». È inoltre noto, tuttavia, che i ghiacciai non sono ambienti incontaminati ma «immagazzinano diversi inquinanti di origine antropica rilasciati nell’atmosfera».
Relativamente ai rilievi effettuati sul ghiacciaio dei Forni, una delle sfide più grandi «è stata quella di campionare - hanno spiegato dall’università Statale - il sedimento sul ghiacciaio evitando la contaminazione di particelle di plastica che costituiscono la quasi totalità dei materiali tecnici dell’abbigliamento di montagna: per farlo i ricercatori hanno indossato tessuti di cotone al 100% e usato zoccoli di legno per le calzature». Gli studiosi hanno inoltre evidenziato che «sebbene non sia affatto sorprendente aver riscontrato microplastiche nel sedimento sopraglaciale, estrapolando questi dati, pur con le dovute cautele, abbiamo stimato che la lingua del ghiacciaio dei Forni potrebbe contenere da 131 a 162 milioni di particelle di plastica». Un altro dato che fa riflettere e che ben testimonia le difficoltà che sta soffrendo e subendo l’ambiente che ci circonda.
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