Cronaca / Tirano e Alta valle
Martedì 26 Aprile 2016
«Non si può imporre l’accoglienza ai privati. Ma Tirano è pronta»
Spada interviene sul caso sollevato ad Aprica. «Noi possiamo ricevere una decina di rifugiati politici»
«Sono i privati a dare la proprio disponibilità ad accogliere i profughi nelle loro strutture in accordo con la Prefettura. I Comuni non c’entrano nulla».
Parla il sindaco di Tirano, Franco Spada, in seguito allo sfogo del sindaco di Aprica, Carla Cioccarelli, sulla massiccia presenza di profughi nella località turistica delle Orobie. I ragazzi provenienti da diverse zone di guerra e non solo sono arrivati ora al numero di 70 e sono ospitati in due strutture ricettive di Aprica. Una situazione divenuta ingestibile per Cioccarelli – anche a fronte di episodi di liti e aggressioni per le strade – che si lamenta del fatto che Tirano, città capomandamento, non abbia aperto le porte a nessun profugo e propone che ogni Comune del mandamento ne ospiti anche solo sei per “attutire” il numero di Aprica. «Io stesso, in Prefettura, ha avuto modo di affermare che una migliore distribuzione per piccoli nuclei sarebbe opportuna, ma non è così facile - afferma Spada -. È una decisione che spetta ai privati e il sindaco non può imporre l’esproprio di un bed & breakfast, per fare un esempio, per l’accoglienza dei profughi. Se a Tirano gli operatori ritengono che non sia conveniente percepire 35 euro al giorno per accogliere i profughi, è una scelta da rispettare. C’è chi, invece, in altre zone la pensa in modo diverso».
È il caso delle località turistiche di Aprica e Bormio dove, invece, sono proprio gli albergatori a gestire questo fenomeno. «La Prefettura chiede e i privati rispondono stipulando un contratto civilistico, che non sono i Comuni a gestire», rimarca Spada. Ma Tirano non è ferma a guardare con la braccia conserte. È stato redatto dal Comune un progetto per la creazione di un centro Sprar per una decina di persone, per il quale si attende risposta da Roma.
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