Cronaca / Tirano e Alta valle
Giovedì 14 Dicembre 2017
Neve in quota, massima allerta
Il rischio valanghe va da 4 a 3
Il soccorso alpino raccomanda prudenza a chi va in quota. Il Centro nivometeo dà grado marcato, il Soccorso invita alla prudenza
Dopo i disagi per la nevicata sul fondovalle, ecco i rischi per chi frequenta le alte quote. Le condizioni meteorologiche degli ultimi giorni richiedono infatti molta attenzione: il bollettino neve e valanghe emesso da Arpa Lombardia (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) ed elaborato dal Centro nivometeorologico di Bormio, evidenzia un rischio di valanghe da marcato a forte.
In particolare, su Alpi Retiche, Adamello e Orobie centrali, il rischio ieri era massimo, con grado forte (4) ma in diminuzione a partire dalla serata. Di qui la revoca parziale dell’ordinanza emessa a Livigno l’11 dicembre scorso con la quale venivano vietate pratiche sportive lungo alcune vie e piste ciclo pedonali e da sci a causa proprio del pericolo valanghe. L’ordinanza viene modificata per quanto riguarda la pista in via dali Reza nel tratto compreso tra il Ponte Lungo e l’Alpe Campaccio, in via Val Viera, via Stebline e lungo la pista cicalbile-pedonale dal Ponte Lungo al Campacciol fino all’Alpe Campaccio. Persiste invece il divieto di transito in via Restel dall’incrocio con la ciclo-pedonale a nord della nuova latteria e a Trepalòle in località “Torto”.
Su molti pendii ripidi in quota è infatti ancora probabile il distacco di medie e grandi valanghe con debole sovraccarico, mentre su ripidi pendii non ancora scaricati sono possibili distacchi di valanghe di dimensioni medie, in singoli casi grandi, asciutte in quota e umide al di sotto dei 2200 m.
Sulle Orobie occidentali e le Prealpi indice marcato (3), in diminuzione: su alcuni pendii ripidi sarà ancora possibile provocare valanghe di medie dimensioni con debole sovraccarico; su pendii ripidi, esposti ad insolazione e non ancora scaricati, possibili distacchi di piccole e medie valanghe.
Nelle Orobie si sono create condizioni che già in passato hanno determinato incidenti di una certa gravità: il rigelo ha determinato una crosta di ghiaccio che può essere pericolosa se non affrontata con le competenze necessarie e un’attrezzatura appropriata. Nella zona bresciana, in Valtellina e in Valchiavenna molta neve in quota con accumuli importanti: il manto è ancora in fase di assestamento, quindi attenzione e cautela: consultate i bollettini ufficiali e rivolgetevi ai professionisti della montagna.
Il Soccorso alpino ha attivato tutte le componenti specializzate per questo tipo di situazione ma alla base della prevenzione c’è sempre la responsabilità personale: il rischio non è un fattore oggettivo, è determinato dai comportamenti, più o meno consapevoli e accorti, che i singoli mettono in atto.
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