Cronaca / Tirano e Alta valle
Giovedì 07 Dicembre 2017
Melavì presenta il piano di rilancio
«Porteremo a termine la fusione»
Le mosse fino al 2021: previsti interventi su costi, prodotto e ottimizzazione delle risorse. «Evidenti segnali di miglioramento per quanto riguarda la liquidazione ai frutticoltori».
Le mele di Valtellina cercano di invertire la rotta con una visione di lungo termine e interventi che incidano in maniera significativa su costi, prodotto e ottimizzazione delle risorse. Per giungere, infine, alla conclusione di quel percorso di fusione delle tre cooperative frutticole iniziato nel 2013. Le sensazioni sono decisamente positive, ma dopo le recenti e aspre polemiche sulla remunerazione del lavoro dei frutticoltori la svolta adesso deve diventare sempre più decisa e tempestiva.
Il progetto per il rilancio di Melavì, cooperativa guidata dal presidente Bruno Delle Coste, ha preso il via in questi giorni — raccontano Coldiretti Sondrio e Confcooperative dell’Adda — dopo che il Consiglio di amministrazione ha presentato ai soci il Piano industriale per il rilancio della cooperativa, da qui fino al 2021.
«Nel corso dell’assemblea di giovedì 30 novembre — continuano le associazioni delineando i contenuti del progetto — sono state presentate dal nuovo management delle previsioni sul futuro di Melavì che lasciano intravedere evidenti segnali di miglioramento per quanto riguarda la liquidazione delle mele. A riprova della bontà del Piano industriale e del lavoro svolto dalla dirigenza, che da 8 mesi sta lavorando per invertire le sorti della cooperativa— spiegano Coldiretti Sondrio e Confcooperative dell’Adda — c’è la fiducia che banche e istituti di credito stanno accordando alla “casa” delle mele valtellinesi».
Il piano di sviluppo, nello specifico, prevede un importante pacchetto di azioni volte sia a ottimizzare i fattori produttivi, che a sviluppare quelli innovativi e non da ultimo l’ottimizzazione delle risorse.
«È necessario infatti — proseguono le due associazioni — da un lato contenere i costi aziendali e dall’altro provvedere alla differenziazione dei prodotti derivati dalla mela. La realizzazione di questo Piano industriale dai larghi orizzonti, altresì, non può prescindere dal sostegno e dalla fiducia accordata dai soci, per poter assumere decisioni importanti che possano garantire nuovi e sostanziali investimenti economici». È vero — ammettono Coldiretti e Confcooperative — che i problemi, «non certo però imputabili alla gestione attuale della cooperativa, abbiano creato situazioni preoccupanti, sia per il management che per i soci, come una liquidazione delle mele ancora troppo bassa, ma è innegabile che questo piano di sviluppo possa rappresentare una reale opportunità per Melavì di portare a termine la fusione delle tre cooperative frutticole, avvenuta del 2013. Un tale scenario — concludono le associazioni di categoria — porterebbe ad una indiscutibile crescita del settore frutticolo provinciale sui mercati nazionali e internazionali».
© RIPRODUZIONE RISERVATA