Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 10 Agosto 2016
Massimo, l’addio di amici e colleghi
Sondalo, centinaia di persone ieri ai funerali dell’uomo di 46 anni morto domenica per un incidente in moto. Lavorava alla Levissima di Cepina: la produzione è stata interrotta per quattro ore per partecipare alle esequie.
Centinaia di persone hanno dato l’ultimo saluto ieri pomeriggio a Sondalo a Massimo Muscetti, il sondalino di 46 anni che ha perso la vita domenica nel primo pomeriggio per le conseguenze di un incidente stradale avvenuto poche ore prima, mentre era in sella alla sua moto in località Boscaccia. L’uomo ha perso il controllo della sua Ktm 950 Supermoto e nel violento impatto con l’asfalto ha riportato lesioni letali.
Ben oltre il centinaio i suoi colleghi della Levissima di Cepina. Per consentire la presenza del personale, le linee dell’impianto sono rimaste chiuse dalle 13 alle 17. «Era ben voluto da tutti e la massiccia presenze odierna lo dimostra - afferma un collega -. Io e Massimo una decina di anni fa eravamo stati insieme in Sicilia nell’impianto di Santa Rosalia per fare partire la linea». C’erano anche i vertici aziendali e una corona di fiori ha ricordato Muscetti, che da oltre vent’anni lavorava in azienda.
La chiesa di San Francesco era già gremita e pure il sagrato era pieno ancora prima che giungesse il corteo funebre dalla frazione di Sommacologna, dove l’uomo abitava con la compagna Paola e le figlie minorenni. Nessun fiore sulla bara, Paola reggeva un cuore bianco di rose e al termine della cerimonia ha abbracciato per l’ultima volta Massimo, cingendo la bara. Distrutte dal dolore le due figlie e la mamma Ida. C’era talmente tanta gente che il saluto alla bara è durato più di mezz’ora.
«In momenti come questi siamo costretti a fare leva sulla nostra fede - ha detto il parroco di Sondalo, don Giacomo Folini -. Mi faccio interprete dei sentimenti della famiglia e ringrazio tutti i presenti. Vorrei riportare un paragone che ho letto sul giornale, nel quale i familiari si paragonano a dei girasoli e il compagno, il papà, il figlio, è il sole. In natura ognuno ha bisogno dell’altro, uno non può vivere senza l’altro. Il sole è dappertutto, basta che ci sia un piccolo spiraglio e lui entra; così fa anche il Signore quando ci accoglie -. La sofferenza, l’abbandono, la morte sono temi troppo grandi su cui non mi sento di dire nulla, è però certo che l’uomo pur provato dalla sofferenza non si pone dei limiti e dietro quella che è solo una speranza (di resurrezione) c’è una certezza. Come per i girasoli quando vedono il sole, questa vita a volte bella, a volte amara, terminerà con l’incontro con Gesù».
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