Cronaca / Tirano e Alta valle
Giovedì 14 Gennaio 2016
Maroni rassicura: «Il Morelli rimane
un punto fermo»
Il presidente della Regione ieri in Alta Valle. «Sondalo ha un ruolo insostituibile in questo contesto».
È stato un evento di portata storica per Sondalo, dato che in passato nessun altro presidente della Regione Lombardia si era recato in visita all’ospedale Morelli. Ieri ci ha pensato Roberto Maroni a “rompere il ghiaccio”, mantenendo quella promessa che aveva fatto a Luigi Grassi, sindaco della cittadina, il 26 novembre dello scorso anno in occasione del suo primo “passaggio” in provincia di Sondrio all’Azienda ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna per presentare la legge di “evoluzione del sistema socio sanitario lombardo”, scattata proprio il 1° gennaio.
«Voglio vedere da vicino questa struttura - ha detto Maroni appena approdato a Sondalo, di fronte agli amministratori del posto riuniti in sala consiglio -. Ci tengo perché la lettera “t” che sta per “territorio” è al centro della legge di “evoluzione del sistema socio sanitario lombardo” e per me è molto importante prendere consapevolezza di tutte le sue articolazioni, in senso socio sanitario, in tal caso.
«So che questa struttura è sorta negli Anni Trenta e vanta un suo alto profilo anche architettonico - ha proseguito il governatore -, ma quel che è certo è che oggi deve continuare a svolgere le sue finalità di presidio del territorio imprescindibili. Lo stesso suo punto nascita, anche se annovera meno di 500 parti l’anno (sono stati 300 lo scorso anno per la precisione, ndr), deve continuare a operare, proprio perché ha un ruolo insostituibile dentro questo preciso contesto».
E sempre su questo delicato tema ha aggiunto: «Non possiamo pensare di chiudere dei punti nascita (il riferimento era anche a Chiavenna, ndr) in territori così isolati solo per garantire la sicurezza per la partoriente e il nascituro richiamata, giustamente, nelle leggi nazionali - la considerazione di Maroni -. Questo semplicemente perché qui una misura così drastica significherebbe aumentare i problemi anziché risolverli».
L’obiettivo del presidente è ben chiaro, come testimoniato dalle sue parole espresse ieri a Sondalo: «Peraltro, sia chiaro, non è che i punti nascita con più di cinquecento parti siano del tutto esenti da problemi, perché giusto stamattina ero a Brescia dove si è registrata la morte di una donna il 31 dicembre».
«Semplicemente noi in provincia di Sondrio dobbiamo lavorare per mettere in sicurezza tutti i suoi punti nascita h 24. Lo sono già, ma tutto quello che possiamo fare per garantire standard di qualità massimi deve e sarà fatto», la promessa del presidente.
Il problema resta al solito quello delle risorse sempre più difficili da reperire. «Voglio tentare il mezzo miracolo di garantire l’efficienza di tutti i presidi (ospedali) locali – ha aggiunto Maroni –, anche di quelli che insistono sul territorio della vostra provincia e Ats (Agenzia di tutela della salute) della Montagna, pur potendo contare su risorse garantite dal Governo centrale inferiori a quanto inizialmente pattuito. Perché, va detto, all’appello per quest’anno mancheranno due dei tre miliardi in più appostati sull’accordo Stato-Regioni dello scorso anno».
I conti sono presto fatti: «Alla fine, su un solo miliardo in più rispetto al budget usuale di 17 miliardi potremo contare per la nostra sanità nell’anno in corso, nemmeno utili a sopportare i maggiori costi correnti che avremo, pari a 1,8 miliardi. Sarà dura, ma ce la faremo, sono sicuro, proprio grazie ai risparmi che andremo a realizzare a seguito dell’entrata in vigore della legge di “Evoluzione del sistema socio sanitario lombardo” che riduce da 15 a 8 le Asl, oggi Agenzie di tutela della salute, realizzando importanti economie di scala e notevoli passi avanti, ne siamo convinti, sul piano della risposta ai bisogni di salute della popolazione».
Perché la maggiore attenzione «che riporremo nel “prenderci cura” del malato, dall’esordio della malattia alla sua completa guarigione e, in caso di cronicità, alla gestione del suo problema, ci permetterà notevoli risparmi economici e la garanzia di un livello di salute più elevata per tutti», ha aggiunto. Certo, non ce n’è per tutti e in Lombardia non c’è solo il Morelli cui pensare, «però sta anche a voi darmi delle idee, propormi un progetto di riconversione, anche non sanitaria, sul quale poter investire con criterio - ha ribadito il governatore -. Ricordo, al riguardo, che un’interessante boccata d’ossigeno, anche in termini di finanziamenti, potrà giungerci dall’avvio dell’Euroregione Alpina cui daremo il via ufficiale il 25 e il 26 prossimi in Slovenia. Sette ministri degli Esteri e 48 presidenti di Regione si riuniranno in quella sede. Ci saremo anche noi, ci saranno gli svizzeri e gli austriaci e se tutti sapremo fare squadra e lavorare insieme, allora non è escluso che qualcosa di molto positivo possa venirne anche per le strutture che insistono sul nostro territorio regionale e su questo di confine in particolare».
Presente all’incontro con la giunta di Luigi Grassi e per l’intero pomeriggio di visita al Morelli, anche Ugo Parolo, sottosegretario alla Presidenza con delega alle Politiche per la montagna e fra le altre anche alla Marco Regione Alpina.
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