
Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 31 Ottobre 2021
Ma ora si apre un altro fronte
«Pronto soccorso, così non va»
Sondalo L’avvocato Ezio Trabucchi parla di «situazione drammatica»
«Non chiari i passaggi di consegne nell’affidamento del servizio ai privati»
«È drammatica la situazione del Pronto soccorso di Sondalo così come ci viene segnalata da pazienti ed operatori sanitari. Tant’è che a distanza di un mese dalla sua esternalizzazione, il bilancio non può essere che fallimentare».
È una bocciatura a tutto tondo quella che arriva da Ezio Trabucchi, già promotore del pool giuridico pro Morelli, che nonostante non faccia più parte del Comitato a sua difesa l’ascia di guerra, se così si può dire, non l’ha più sotterrata. Tant’è che il filo diretto con gli operatori dell’ospedale sondalino è costante.
«I medici non capiscono se ci sia stato o meno un passaggio di consegne con la società gerente il servizio da parte di Asst - dice Trabucchi - e se siano, o meno, operativi ancora i consueti protocolli di intervento. Io dico che l’Azienda non può lavarsene le mani e che, anzi, deve intervenire su questa partita».
L’appello di Trabucchi si ferma qui, perché poi a parlare sono due medici, due dottoresse del Morelli, che hanno rappresentato la situazione del Pronto soccorso, dal loro punto di vista, inviando messaggi vocali a Trabucchi. Voci che l’avvocato ha alterato prima di diffonderle, per evitare ai medici ripercussioni dal punto di vista disciplinare.
Le figure mediche
«Il Pronto soccorso di Sondalo ha perso quattro figure mediche che si organizzavano con i loro turni ed erano autosufficienti - dice la prima dottoressa -, e questo perché trasferite a Sondrio, essendovi lì carenze di personale. Un’altra dottoressa si è dimessa, e un altro medico è impegnato sulle ambulanze. Di fatto, sono rimasti due medici a Sondalo, di cui una è la responsabile del Pronto soccorso. Per il resto operano i medici della cooperativa che si è aggiudicata il servizio, i quali si sono trovati calati in una realtà che non conoscevano. Non c’è stato un periodo di affiancamento e non sappiamo di chi sia la responsabilità di questa cosa, se di Asst o se della società aggiudicataria. Sappiamo solo che questi medici chiamano i colleghi dei reparti per aspetti anche banali, mentre non li interpellano su casi gravi, agendo in autonomia, per cui diventa difficile interagire se non consultati».
Lo scollamento
Ad essere denunciato è uno scollamento fra l’attività del Pronto soccorso così strutturato e quella dei reparti, forse da mettere in conto, soprattutto in fase iniziale, ma per i medici che hanno effettuato la segnalazione si tratta di un qualcosa che va oltre l’accettabile «in quanto si tratta di una situazione che non fa lavorare con serenità gli operatori sanitari».
Una denuncia forte, quindi, da parte di medici che mettono in discussione la scelta aziendale di «smantellare la parte medica di un Pronto soccorso che lavorava in autonomia - dice la seconda dottoressa -, destabilizzando così una realtà già provata dal Covid, ma che comunque reggeva, era autosufficiente, per mettere pezze da un’altra parte, cioè al Pronto soccorso di Sondrio».
Da noi sentita al riguardo, Asst Valtellina e Alto Lario in questa fase non ha voluto replicare, mentre la direzione della società gerente il Pronto soccorso, la Med Right di Milano, ha annunciato la propria replica a inizio della prossima settimana.
Elisabetta Del Curto
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