
Cronaca / Tirano e Alta valle
Giovedì 03 Aprile 2025
Lupa catturata nel parco dello Stelvio: messo il radiocollare, poi è stata liberata
Bormio
È una femmina di due anni la prima lupa catturata dai ricercatori nel parco nazionale dello Stelvio nella notte fra il 31 marzo e 1 aprile nel territorio lombardo dell’area protetta. La cattura è avvenuta nell’area dell’alta Valcamonica ad opera del gruppo di monitoraggio e ricerca del Parco, con la collaborazione del dipartimento di medicina veterinaria dell’università di Milano, dell’università di Siena, regione Lombardia e con il supporto del Corpo dei Carabinieri Forestali. Il lupo è stato dotato di radiocollare e rimesso in libertà subito dopo le analisi biometriche effettuate dai veterinari del team di ricerca: obiettivo fornire preziose informazioni che permetteranno di migliorare le conoscenze relative al comportamento di questa specie.
L’esemplare catturato parrebbe un helper - ovvero un giovane che rimane con il branco di origine in veste di aiutante - del “Branco del Tonale” il cui territorio è a cavallo fra la Valcamonica e il Tonale trentino. «Riuscire a catturare i lupi e dotarli di radiocollare – ha spiegato Luca Pedrotti, coordinatore scientifico del parco nazionale dello Stelvio - ci garantisce, però, un livello di conoscenza ulteriore, fornendo informazioni relative al comportamento spaziale, predatorio e sociale di questi animali e quindi avere informazioni importanti sull’utilizzo del territorio e sulla quantità e selezione di prede che questa specie è in grado di fare».
Per il direttore del settore lombardo del Parco Franco Claretti «Si tratta di informazioni molto preziose che aiuteranno a migliorare i sistemi di gestione e conservazione nel territorio del Parco, e a sviluppare strategie e strumenti di coesistenza fra uomo e lupo sempre più adeguati ed efficaci». La cattura è il risultato di un lungo lavoro di conoscenza che il team di ricerca del Parco ha accumulato nel corso degli anni. «Catturare gli animali selvatici non è mai semplice – ha rimarcato Valerio Donini del team di ricerca - specialmente quando si tratta del lupo, che è un animale molto furbo e sospettoso: è infatti necessaria una lunga preparazione utile a capire il comportamento del branco e la sua geografia per poter posizionare le trappole in maniera efficace».
Doverosa la precisazione del ricercatore Matteo Nava: «I dati forniti dal radiocollare rappresentano un sostanziale supporto alle ricerche attualmente in corso all’interno del parco dello Stelvio, ma non permetteranno in alcun modo di prevenire o prevedere gli spostamenti del lupo». Nelle prossime settimane la campagna di catture del lupo nel Parco continuerà: obiettivo la cattura di un secondo animale, possibilmente uno dei due esemplari riproduttivi, così da fornire informazioni ancora più importanti sul comportamento del branco. «Al termine di questa stagione scade l’autorizzazione alle catture – ha spiegato Luca Corlatti, coordinatore scientifico del settore lombardo del Parco – e ne dovremo predisporre un’altra per provare, se possibile, ad estendere l’area di cattura anche ad altri territori del Parco».
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