Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 24 Giugno 2018
Lovero in ginocchio: «Mai visto prima
un nubifragio così»
Parla il sindaco. Allagate strade, cantine e abitazioni. I danni peggiori alle mele, devastatati pure orti e giardini. Smottamenti nelle selve e a Le Piane la strada ha ceduto.
«Una bomba d’acqua che ha allagato strade, cantine e case e, dopo, una grandinata come non s’era mai vista che ha distrutto tutto: non abbiamo più una verdura nell’orto o un fiore in giardino e, soprattutto, i frutteti sono stati devastati con allagamenti di 30 centimetri nei meleti e mele rovinate». Parla con l’ansia nella voce e la tristezza nel cuore il sindaco di Lovero, Annamaria Saligari, mentre racconta i danni che la terribile grandinata e la pioggia che l’ha preceduta hanno provocato nel suo paese nella serata di giovedì.
Il territorio più colpito nell’alto Tiranese è, infatti, Lovero dove la Fondazione Fojanini ha stimato un danno alla produzione del 60% su una superficie di 38,2 ettari coltivati. Danni alla frutticoltura, ma danni in generale in tutto il paese. «La bomba d’acqua è stata così forte, intensa e prolungata che i pozzetti non hanno tenuto, le griglie non hanno drenato, per cui c’erano pozze ovunque - spiega il sindaco - Le vie non sembravano più strade, ma fiumi. La zone più colpita è la contrada Santa Maria, l’acqua è arrivata nelle case e le persone l’hanno dovuta spalare. Molte le segnalazioni che abbiamo raccolto di cittadini spaventati. Dopo l’acqua è arrivata la grandinata. Gente di 80 anni dice di non averne mai vista una così nella vita. Nel mio giardino sembrava fosse nevicato».
Un’altra area colpita è quella alta del paese a Sant’Alessandro. Qui dalle selve è sceso del materiale che ha invaso la strada. «Io, il vicesindaco e Fulvio Parigi, un abitante, siamo andati con il badile a togliere il materiale per evitare che scendesse in paese – sempre Saligari -. E poi ci sono i danni avvenuti in montagna. In località Le Piane la strada ha ceduto. Chiederemo un contributo alla Comunità montana per questo».
In agricoltura i danni sono stati tremendi. «Sono titolare di una piccola azienda agricola – afferma il sindaco – e, quest’anno, per la prima volta non ho rinnovato l’assicurazione, perché la franchigia è aumentata e perché è sempre faticoso farsi pagare dalle assicurazioni. L’unica certezza sono i soldi che sborsiamo».
Saligari resta convinta che il futuro per proteggere la frutticoltura – soprattutto per chi di questa attività vive – siano le reti antigrandine. «Il problema è che piccoli agricoltori come me fanno fatica ad adeguarsi a questa innovazione non tanto e non soltanto per un discorso economico (per la posa si va dai 15mila ai 20mila euro ad ettaro, nda), ma anche tecnico. Non si tratta, infatti, soltanto di mettere delle reti, ma di rifare ex novo la palificazione del frutteto. I vecchi pali non vanno bene, quelli delle reti sono più alti e vanno sostituiti. Per chi la frutticoltura rappresenta la prima attività, però, resta l’unico rimedio perché non si può più rischiare di rimanere senza guadagno per due anni di seguito, come è successo l’anno scorso per il gelo, quest’anno per la grandine. Infine mi spiace per quegli agricoltori che hanno fatto l’investimento delle reti, le avevano posate ma non ancora aperte non immaginando una grandinata nel mese di giugno che, invece, è arrivata e ha rovinato la produzione».
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