Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 17 Luglio 2016
«Lo stop al Vallaccia è un duro colpo
Noi al palo e all’estero corrono avanti»
Dopo la bocciatura del nuovo impianto parla il presidente dell’Apt Luca Moretti
«Serve un salto di qualità nell’offerta del turismo invernale, altrimenti usciamo dal mercato».
Dire che non l’ha presa bene è un eufemismo. Il presidente dell’azienda di promozione turistica di Livigno, Luca Moretti, è letteralmente infuriato dopo la decisione dei giorni scorsi del Tar della Lombardia di accogliere il ricorso di Legambiente e di non permettere la realizzazione dell’impianto di risalita di Vallaccia. Un impianto che per Livigno avrebbe rappresentato una svolta con nuove piste e un moderno impianto di risalita dalla portata di 2.800 persone orarie che avrebbe arricchito l’offerta del Piccolo Tibet.
«Sono indignato, è un duro colpo per l’intero turismo della provincia di Sondrio. Lo sci e il turismo invernale sono il traino dell’intero comparto, benefici positivi ricadono sugli altri settori - afferma Moretti -. Un’associazione ambientalista ci blocca, non ci permette di muoverci mentre all’estero ed in altre parti d’Italia fanno passi da gigante per ammodernarsi. L’ultimo esempio è lo storico collegamento fra due stazioni che erano rivali come le austriache Soelden e Pizzalt, che invece si uniranno con un impianto tecnologicamente avanzato per offrire una nuova opportunità ai turisti».
«Noi siamo costretti a stare fermi con la nostra offerta mentre i nostri competitor corrono», aggiunge. Da quando è alla guida dell’Azienda di promozione turistica l’ex slalomista di Coppa del Mondo, che quindi una certa esperienza delle località sciistiche al top nel mondo l’ha, non ha lesinato viaggi e iniziative per promuovere Livigno, come accollarsi la gestione di Aquagranda oppure la storica presenza invernale della Ferrari di Formula Uno a Livigno: «Ma senza il salto di qualità dell’offerta del turismo invernale tutto rischia di essere vano. Se non stiamo al passo con i tempi si rischia di uscire dal mercato e di avere un ruolo di secondo piano, come è accaduto ad altre realtà in provincia. Ma se un imprenditore che vuole investire viene bloccato, come potremo attirare la gente a Livigno? Se i competitor presentano un’offerta migliore - aggiunge -, è inevitabile che poi perdiamo la clientela».
Era stata tanto ottimista Apt, che già lo scorso anno aveva “venduto” il nuovo impianto di Vallaccia nell’offerta turistica. Invece anche nella stagione 2016-2017 l’impianto non ci sarà. La questione annosa torna in Tribunale dopo che la Mottolino sta studiando la linea difensiva per ribaltare la decisione del Tar. Nel lungo iter durato sette anni, la Mottolino era riuscita ad avere il parere favore del Consiglio dei ministri. Lo scorso autunno la società aveva iniziato i lavori di posa del cemento, poi a novembre il Tar ha stoppato (dopo il ricorso di Legambiente) la realizzazione dell’impianto di risalita, che è rimasto nei magazzini della ditta e resta un sogno del cassetto. Un sogno che ora assomiglia a un incubo, visto la piega che la situazione ha assunto.
Un investimento di 9 milioni di euro che rischia di restare bloccato, con tutti i contraccolpi che ne conseguono.
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