Cronaca / Tirano e Alta valle
Martedì 03 Luglio 2018
Livigno, è morto Gianfranco Petris
Fu un astro del calcio italiano
Si è spento domenica a 82 anni l’ex calciatore di A degli anni Sessanta. Dagli anni ’80 fu maestro di sci.
Si è spento, all’età di 82 anni, domenica pomeriggio a Trepalle dove viveva, Gianfranco Petris, un piccolo pezzo di storia del calcio italiano. Attaccante, sul finire degli anni ’50 e metà degli anni ’60 ha militato in Serie A nella Triestina, nella Fiorentina e poi nella Lazio. Il suo nome resta legato per sempre a due imprese incancellabili. Petris fu il primo giocatore della Serie B a indossare la maglia della Nazionale maggiore. Un esordio battezzato con il gol nella sfida contro l’Austria nella prima della sue quattro presenze. Porta la sua firma anche il primo gol di un giocatore italiano nella storia della Coppa delle Coppe, quando sbloccò il risultato del 3-0 finale fra Fiorentina e Lucerna il 23 novembre 1960. Un particolare feeling l’aveva con la Coppa Italia, della quale è stato capocannoniere per due stagioni consecutive nel ‘59-’60 e nella successiva ‘60-’61. Con la maglia della Fiorentina ha ottenuto i successi più importanti della sua carriera conquistando una Coppa Italia e una Coppa delle Coppe. Quella era la Fiorentina di Hamrin, Lojacono e Montuori. Con la Viola ha realizzato nella massima serie 43 gol in 166 presenze. Dopo l’esperienza in riva all’Arno il trasferimento alla Lazio per una stagione prima di finire al Trani in serie B.
Conclusa la carriera in campo, è passato alle piste da sci. Negli anni Ottanta ha fatto il maestro al passo dello Stelvio prima di approdare a Livigno all’inizio degli anni Novanta, maestro alla scuola Sci Centrale diretta ai tempi da Fortunato Silvestri: «L’aveva portato a Livigno Aldo Del Bo, che era il direttore degli impianti di risalita della Livitur. Gianfranco ha lavorato con noi per una quindicina di anni, era molto riservato e non amava ricordare la sua carriera calcistica. L’ha fatto di più negli ultimi anni quando noi amici, ex colleghi della scuola Sci Centrale, andavamo a trovarlo nell’appartamento nel quale viveva a Trepalle. Era sempre ben curato, ma erano otto mesi che non usciva più di casa, lui che era un gran camminatore. Diceva che quello che doveva fare nella sua vita, l’aveva fatto».
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