Cronaca / Tirano e Alta valle
Giovedì 01 Marzo 2018
«L’impianto di Vallaccia salva il turismo
Presentiamo ricorso in Cassazione»
Livigno, il cantiere della Mottolino è sospeso dallo stop del Consiglio di Stato dal 2016. Il sindaco Bormolini spiega perché il Comune ha deciso di impugnare quella sentenza.
L’ultima carta, disperata, per tentare di salvare la costruzione del nuovo impianto di risalita di Vallaccia iniziata nel 2009, la gioca il Comune di Livigno, che ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha detto no alla società Mottolino l’estate scorsa.
«Noi abbiamo sempre creduto nella bontà dell’opera, un modernissimo impianto di risalita con una portata di 2.800 persone l’ora, e continuiamo a farlo, ritenendola fondamentale per la sopravvivenza del nostro turismo - afferma il sindaco di Livigno, Damiano Bormolini, che spiega così la scelta dell’amministrazione di adire le vie legali per salvare l’impianto di risalita -. Conoscendo le tempistiche della Cassazione riteniamo che avremo una risposta entro due-tre anni, proprio al termine del nostro mandato amministrativo. Alla Cassazione chiediamo di rivedere la decisione del Consiglio di Stato, che di fatto ha bocciato il parere positivo che il Consiglio dei ministri diede dell’opera, non ritenendo sufficientemente approfondita l’analisi che era stata eseguita per dare l’ok alla realizzazione dell’impianto di risalita».
La Cassazione è l’ultimo grado di giudizio e porrà fine o decreterà la riaprirà di una vicenda delicata, una vera telenovela con colpi di scena a suon di ricorsi, che vede la Mottolino bloccata in un’opera per la quale ha investito 10 milioni di euro.
La società dell’amministratore delegato Marco Rocca per sostituire il vecchio impianto di risalita del Monte della Neve aveva pensato di installare un impianto di risalita quanto mai tecnologico per portare Livigno ai livelli dei maggior competitor europei. Ma il primo scoglio contro l’opera lo pose Legambiente, che denunciò il rischio di estinzione di specie animali presenti in quella zona protetta, se fosse stato realizzato l’impianto. Una tesi che bloccò i lavori di Vallaccia fino al 2014, quando la Mottolino, forte del parere favorevole del Consiglio dei ministri, iniziò a realizzare la partenza, la vasca di captazione e anche a montare parte dell’impianto. Ma nel 2016 il Tar della Lombardia accolse il ricorso di Legambiente, bloccando nuovamente l’opera. A quel punto la Mottolino si rivolse al Consiglio di Stato, che la scorsa estate confermò la sentenza del Tar, di fatto bocciando il parere del Consiglio dei ministri.
Ora non resta che questa chance. Il sindaco Bormolini aveva già anticipato, il giorno dell’apertura ufficiale del nuovo impianto di risalita della Carosello 3000, la speranza del Comune affinché l’impianto di Vallaccia si potesse fare. Il sogno dell’attuale amministrazione comunale di Livigno è quello di vedere realizzato l’impianto di Vallaccia e poi di vedere il collegamento fra i versanti del Carosello e del Mottolino. Sogni che per il momento dovranno attendere la risposta della Cassazione.
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