L’entusiasmante ed emozionante racconto di Federico Secchi
e Marco Majori reduci dall’impresa sul K2

Tantissime le persone che mercoledì sera hanno gremito la piazza del Kuerc di Bormio per ascoltare i due alpinisti

Tantissime le persone che mercoledì sera hanno gremito la piazza del Kuerc di Bormio per ascoltare il racconto entusiasmante ed emozionante di Federico Secchi e Marco Majori reduci dall’impresa sul K2 voluta e patrocinata dal CAI per celebrare i settant’anni dalla conquista di quella che è stata denominata la “montagna degli italiani”. In cima ci è arrivato Federico Secchi, classe 1992, guida alpina e maestro di sci di Valfurva mentre l’amico Majori, classe 1984 di Bormio, guida alpina ed alpinista della Sezione Militare d’Alta Montagna (S.M.A.M.) dell’Esercito Italiano ha dovuto fermarsi a neanche 200 metri dalla vetta. Ma al di là della cronaca, quello che ha caratterizzato la spedizione sono stati soprattutto l’amicizia con la “A” maiuscola, il coraggio, la determinazione e l’umiltà, sentimenti e stati d’animo che sono stati delineati in maniera intensa e straordinaria anche nel corso della serata che ha registrato unanimi apprezzamenti.

«Dal punto di vista umano è stata la mia più bella spedizione al K2»: così si è espresso il capo spedizione Agostino Da Polenza che ha sottolineato questa straordinaria peculiarità di tutti i partecipanti all’iniziativa (anche di Silvia Loreggian e Federica Mingolla, che hanno rinunciato ad oltre 7300 metri di quota, oltre che di diverse persone incontrate lungo il percorso, dagli altri alpinisti, ai portatori, alle persone dei villaggi ndr.) emersa in tutta la sua intensità nel corso della serata in piazza del Kuerc.

Ad accogliere questo duo di amici che, in più di un’occasione, hanno sottolineato l’apporto fondamentale l’uno dell’altro in una o più circostanze della salita, il sindaco di Bormio Silvia Cavazzi e quello di Valfurva Luca Bellotti unitamente ad Angelo Schena del comitato direttivo centrale del CAI ed ai due presidenti dei club alpini dell’Alta Valle Matteo Schena per il CAI Bormio e Luciano Bertolina per quello di Valfurva.

Ma quali le caratteristiche principali e peculiari della spedizione per i settant’anni dalla conquista del K2? Innanzitutto, e purtroppo, le condizioni meteo avverse che hanno condizionato pesantemente sia l’acclimatamento, sia la prima parte del progetto, ovvero quella di sciare il Broad Peak (8051metri), sia inferto qualche evidente difficoltà in più al tentativo di conquista degli 8611 metri del K2. E poi l’amicizia, quella tra i due compagni di spedizione, che si sono presi cura uno dell’altro in maniera importante, lucida e “disinteressata”, ovvero al di là e al di sopra dei possibili risvolti personali “negativi” dal momento che le decisioni, ad oltre 8000 metri di quota, possono significare anche la vita o la morte di una persona. Una spedizione che è stata anche e soprattutto la prima, in tutta la sua complessità, altamente tecnologica grazie ad Ettore Zorzini, affermato filmmaker e pilota di droni che ha regalato immagini suggestive, presentate in anteprima in piazza del Kuerc ma, soprattutto, nei momenti di difficoltà dovuti alle condizioni meteo avverse, ha contribuito in maniera determinante alla sicurezza della spedizione (dalle vie da seguire con gli sci, alla localizzazione con condizioni meteo avverse).

Un sogno tra amici, quello della conquista del K2, diventato comunque realtà per entrambi con quel braccio alzato, per Majori, a salutare ed incitare l’amico per i suoi ultimi metri prima di vedere la Cina (quasi sinonimo di vetta) e, per Secchi, la determinazione e la tenacia di conquistare il K2 anche in nome e per conto dell’amico. Una testimonianza di amicizia concreta, quest’ultima, che ha fatto commuovere ed invitato a riflettere.

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