Le Prese, incubo strada: «Statistica allarmante e poche le soluzioni»

Viabilità. La Polizia cantonale ha monitorato il tratto con due telecamere piazzate in entrambi gli ingressi. «Quasi 90 incidenti in 20 anni, 11 nell’estate scorsa».

Ottantanove incidenti in 20 anni (dal 1998 al 2018) in un tratto di strada che non supera i 100 metri. Ma sono molti di più “i sinistri” e le rovinose cadute lungo la tratta della Cantonale che attraversa l’abitato di Le Prese, a Poschiavo. Qui l’asfalto interseca i binari della Ferrovia Retica e bastano due gocce d’acqua per vedere ginocchia sbucciate e gambe rotte. Ma a volte il bilancio è ben più drammatico. Stando all’analisi condotta dalla Polizia Cantonale elvetica, in 65 casi sarebbero state coinvolte motociclette e al 90% la causa è da imputare alla pioggia che ha reso la strada una vera e propria trappola.

Che nel 2014 è stata addirittura mortale. Da tempo chi vive o lavora su quel tratto di strada – lì si concentra la maggior parte degli alberghi della località che si affaccia sul lago di Poschiavo (e sono proprio gli albergatori i primi a prestare i soccorsi ai malcapitati) – chiede a gran voce di risolvere in modo radicale il problema. Di qui l’indagine chiesta dal comune di Poschiavo e condotta dalla Polizia grigionese che per avere contezza del numero esatto degli incidenti - la precisione svizzera! - ha piazzato due telecamere a nord e a sud del paese.

I risultati non sono per nulla rassicuranti, come conferma Marco Passini, responsabile dell’ufficio tecnico comunale che in giunta lunedì sera – sollecitato dal consigliere Franco Isepponi che ha chiesto lumi in materia - ha riferito proprio sul punto: «A Nord sono stati rilevati 7 incidenti in moto (solo 3 quelli denunciati alla polizia) e tre cadute in bicicletta non segnalate. A Sud 3 persone cadute in moto e una in bici e in nessun caso sono intervenuti agenti. Per giunta in pochi mesi, quelli estivi, quando il traffico qui si fa intenso».

Ma non è l’unico tratto, quello di Le Prese ad essere sotto la lente di ingrandimento. Anche a Campocologno, il passaggio a livello sulla strada è fonte di gravissimi incidenti che hanno riguardato anche ciclisti valtellinesi. La Ferrovia Retica è ben conscia del problema e infatti sono state adottate diverse misure nel tempo. «Sono state posizionate strisce sull’asfalto per segnalare il pericolo. Ci sono anche cartelli che con la pioggia si illuminano ad intermittenza grazie ad alcuni sensori», ma si tratta di palliativi. Tre le soluzioni ipotizzate: togliere i binari ferroviari dalla strada (difficile se non impossibile), bypassare il traffico su una tangenzialina (di cui si parla da decenni) e infine applicare una speciale protezione in gomma nel profilo concavo del binari in modo che le ruote delle biciclette non possano incastrarsi. «Quest’ultima ipotesi è in fase di sperimentazione alla periferia di Basilea e se darà buoni frutti allora potrà essere esportata a Poschiavo».

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