Cronaca / Tirano e Alta valle
Giovedì 11 Ottobre 2018
«Le operazioni in un solo ospedale»
Il consiglio generale Cisl. La richiesta prevederebbe una profonda ristrutturazione dell’ospedale di Sondrio. E contro gli accessi impropri al Pronto Soccorso «fasce tardo serali e festivi coperti dai medici di base».
«Si dovrebbe valutare l’opportunità di riunire in un unico presidio ospedaliero le attività chirurgiche, dando ampio spazio agli altri presidi per servizi territoriali, riabilitazioni, attività ambulatoriali e diagnostiche, attività rivolte ai pazienti cronici. Tutto questo non può essere realizzato con l’attuale struttura di Sondrio che non si è dimostrata capace nemmeno di reggere il maggior carico di attività. Occorre chiedere a Regione Lombardia un forte investimento per una profonda ristrutturazione del presidio di Sondrio oppure per la realizzazione di uno nuovo».
È questa la richiesta arrivata, ieri, da Cisl riunita a Tirano nel consiglio generale per riflettere sul servizio sociosanitario territoriale. Un incontro voluto per fare il punto della situazione e avanzare proposte come quella di concertare con i medici di Medicina generale nuove proposte organizzative che coprano fasce orarie tardo serali (18-24) e festive, anche mettendo a disposizione spazi e professionalità all’interno delle strutture evitando così accessi impropri ai pronti soccorsi.
«La chiusura del punto nascita di Chiavenna dimostra che all’interno dei piccoli presidi occorre fare investimenti anche professionali: gli ospedali non si svuotano solo perché ci sono pochi pazienti, ma anche perché mancano professionalità mediche e infermieristiche adeguate – ha detto Marco Contessa per la segreteria Ust -. A mo’ di battuta, ma non troppo, potremmo dire che non servono delibere di giunta regionale o conferenze dei sindaci per chiudere un reparto; basta non far nulla, non investire, non dare la garanzia delle qualità delle prestazioni. Il futuro di Chiavenna potrà realizzarsi se gli impegni regionali, gli accordi con la Bregaglia e o altre forme di sinergia ospedale-territorio sapranno rispondere alle esigenze presenti e anticipare quelle future».
Sondrio rimane l’«osservato speciale», perché «si sperava che le nuove sale operatorie e il nuovo pronto soccorso potessero dare una risposta qualificata alle problematiche (liste di attesa, qualità delle prestazioni e diminuzione dei tassi di fuga), ma tutto ciò non si è realizzato e oggi si può affermare che la qualità percepita è addirittura diminuita – ha aggiunto Contessa -. L’aver centralizzato su Sondrio quasi tutta l’attività di emergenza urgenza e l’attività operatoria di alto livello, senza sostanzialmente investire nulla, ha reso più difficile il lavoro di medici ed operatori, allungando le liste di attesa».
Quanto al Morelli di Sondalo, «i pazienti, ora come una volta, sono disposti a spostarsi solo nella misura in cui sanno che, in una data realtà ospedaliera, vi sono delle professionalità sopra la media. Cosa che non abbiamo più a Sondalo –. Si tratta, quindi, di definire un nuovo equilibrio che ci permetta di consolidare le alte specialità presenti e di generare attorno ad esse attività complementari riabilitative di alto livello». La Cisl propone anche di ripensare l’utilizzo degli immensi spazi vuoti a Sondalo (cinque padiglioni) per un uso anche non strettamente sanitario. Infine preoccupa molto l’estrema difficoltà che si registra nel reclutamento di medici e professionalità infermieristiche. «Occorre valorizzare, anche in questo caso, le risorse del territorio attraverso mobilità o concorsi che leghino le persone l’azienda per un lasso di tempo accettabile – ha concluso -. Il sindacato è consapevole che lo scenario sanitario è continuo in movimento verso una più accentuata attenzione alla prevenzione, alla presa in carico, alle cronicità, ma per attuare il cambiamento serve la condivisione di un progetto chiaro».
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