
Cronaca / Tirano e Alta valle
Giovedì 10 Aprile 2025
La proposta: «Un campus universitario al Morelli di Sondalo»
Sondalo
Un campus universitario al Morelli di Sondalo. Non è una novità, perché la proposta è sul piatto da anni, ma non ha mai trovato pratica attuazione anche se sono in parecchi a ritenerla percorribile.
Fra questi Gerlando Marchica, segretario del sindacato Nursind, coordinamento provinciale Lombardia, che, come tale, ha inviato una nota scritta ad Ida Ramponi, direttore generale di Asst Valtellina e Alto Lario, Anna Maria Maestroni, direttore sanitario, Domenico Versace, direttore amministrativo, a Monica Fumagalli, direttore generale dell’Ats della Montagna e a Marco Scaramellini, presidente della Conferenza dei sindaci per la sanità.
«Considerata la cronica carenza di personale infermieristico, tecnico e riabilitativo in Asst Valtellina e Alto Lario e in Ats della Montagna - scrive Marchica - sottolineamo come in questi anni sia stata ripetutamente formulata da più soggetti sindacali e istituzionali la proposta di istituire un campus universitario per le facoltà socio sanitarie e tecniche della prevenzione al Morelli dove la residenzialità permetterebbe anche un rapporto ottimale fra corpo docente e studenti a tempo pieno tenuto conto sia del fatto che al Morelli vi è anche personale idoneo alla docenza e al monitoraggio della formazione sul campo e, al pari, vi sono tutti i confort necessari in termini di camere singole con servizi, servizi di ristorazione, spazi per il soggiorno e lo studio, sale conferenza e biblioteca, spazi interni ed esterni alla struttura per il tempo libero». Marchica individua nell’università Bicocca il polo formativo cui presentare il progetto di campus Morelli «per il necessario riconoscimento ministeriale» dice.
La sua proposta è stata sposata da Ezio Trabucchi e Giuliano Pradella, rispettivamente presidente e segretario del movimento popolare Rinascita Morelli autonomo, che l’hanno rilanciata e sostenuta via social. «Proposta razionale e attuale, vista l’esigenza di strutture di formazione adeguate - chiosa Pradella -. Continua il silenzio delle istituzioni, ma anche dell’opinione pubblica, che trascura l’occasione di inserire i giovani in percorsi formativi socio assistenziali che rispondono alle esigenze sempre maggiori».
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