Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 04 Settembre 2016
La morte di Paolo: il dolore di Valdidentro
Troppo gravi i traumi subiti nell’incidente di giovedì. Tra un mese sarebbe diventato papà. L’appello dei sindacati: «Raccomandiamo sempre la massima attenzione nell’uso dei macchinari da lavoro».
Non ce l’ha fatta Paolo Pradella, il falegname di 28 anni, titolare dell’azienda di famiglia a Semogo, che era ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Papa Giovanni XXIII dopo essere rimasto schiacciato giovedì mattina dal muletto che stava guidando. È spirato giovedì sera. Era stato anche sottoposto a un intervento chirurgico, ma le lesioni interne da schiacciamento sono state così gravi da provocarne il decesso. Al dramma si aggiunge un altro dramma, perché l’artigiano fra un mese sarebbe diventato papà di un maschietto. Lascia nel grande dolore la compagna Michela di Livigno, papà Lino e mamma Rosalinda, oltre ai fratelli Walter e Flavio, con i quali gestiva l’azienda.
Giovedì mattina Pradella stava lavorando al completamento del capannone della propria azienda realizzato lo scorso anno. Col muletto stava affrontando un tratto di discesa quando il mezzo si è ribaltato e la cabina lo ha schiacciato. I colleghi lo hanno immediatamente estratto: era cosciente e si lamentava, ma i soccorritori del 118 hanno subito capito il rischio per la vita dell’uomo.
È stato trasportato in elicottero all’ospedale di Bergamo, dove, nonostante il disperato tentativo di strapparlo alla morte, è deceduto poche ore dopo il ricovero.
Costernata per la scomparsa di Paolo Pradella, la segreteria provinciale della Cisl interviene per voce di Michele Fedele: «Al di là delle cause specifiche che hanno determinato l’incidente, peraltro ancora al vaglio delle istituzioni preposte e rappresentanti territoriali per la sicurezza sul lavoro, riteniamo utile dare sottolineare i tanti rischi quando si usano i carrelli elevatori, cercando di dare qualche consiglio per usarli nella maniera più sicura».
Ecco, quindi, le indicazioni che arrivano dal sindacato: «Raccomandiamo ai lavoratori (ma anche ai titolari di azienda) un attento e cosciente uso dei macchinari e delle attrezzature da lavoro soprattutto con riferimento ai carrelli elevatori, anche in considerazione della loro diffusione in vari settori produttivi: manifatturiero, commerciale, logistico».
Vedere un muletto all’opera, spiegano, «potrebbe dare l’impressione che la sua conduzione sia facile e non estremamente rischiosa. Per il loro uso occorre invece un’abilitazione che si consegue dopo un corso di formazione, con verifica di apprendimento».
I carrelli elevatori, continuano i sindacati, «devono essere conformi alle norme di sicurezza stabilite dalla legge: devono essere dotati di tutte le protezioni che la normativa prevede e che il costruttore deve necessariamente fornire e non è consentito agli utilizzatori apportavi modifiche atte a diminuirne i livelli di sicurezza. Si raccomanda al guidatore del mezzo di indossare i dispositivi di protezione individuale e di verificare sempre prima dell’inizio delle operazioni l’efficienza meccanica del mezzo. Infine, è estremamente importante valutare il peso del carico che si intende sollevare».
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