Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 09 Dicembre 2015
Impianti di risalita, il ministero ne allunga la durata
Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha predisposto il decreto attuativo per l’abolizione della “vita tecnica” degli impianti a fune italiani, che prevedeva un termine massimo dai 30 ai 60 anni, in base al tipo di impianto.
Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha predisposto il decreto attuativo per l’abolizione della “vita tecnica” degli impianti a fune italiani, che prevedeva un termine massimo dai 30 ai 60 anni, in base al tipo di impianto, oltre il quale era necessario sostituirli.
Lunga vita (tecnica) agli impianti di risalita, commenta il sito ufficiale dell’Anef, l’Associazione nazionale esercenti impianti a fune. Grande soddisfazione viene espressa anche da Federfuni Italia. In pratica l’Italia, finora, ha mantenuto un vincolo introdotto quasi trent’anni fa, aggiungendo così un ulteriore obbligo per gli impiantisti rispetto a quelli richiesti dall’Europa. Ora l’adeguamento dal momento che, tra qualche giorno, verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo dell’art. 31 bis della legge 164/14 che «sancisce definitivamente l’eliminazione della vota tecnica - hanno commentato da Federfuni - per le aziende delle regioni a statuto ordinario del nostro settore che vedono riconosciuto il loro pari diritto a mantenere in vita un impianto di risalita qualora rispetti le regole di sicurezza e non in funzione della sua vita espressa in anni dalla data di realizzazione.
«È il decreto che aspettavamo da anni – commenta Valeria Ghezzi, presidente nazionale di Anef, l’associazione che riunisce gli imprenditori funiviari riconosciuta e aderente a Confindustria – e per il quale abbiamo lavorato con costanza e determinazione. Non posso che esprimere grande soddisfazione e ringraziare il governo per l’attenzione dimostrata nei nostri confronti.«È un risultato fondamentale – hanno sottolineato ancora da Federfuni -, un provvedimento che consentirà importanti risparmi anche nella finanza pubblica oltre alla possibilità di mantenere in funzione impianti che altrimenti, per i notevoli costi di ammodernamento, non potrebbero rimanere in esercizio».
Una normativa che avrà importanti ripercussioni anche in Alta Valle dove alcuni ski aree potranno beneficiare di questo provvedimento atteso da tempo come per esempio sul San Colombano in Valdisotto ma anche per altre infrastrutture a Santa Caterina Valfurva, in Valdidentro ed a Bormio. «La nostra associazione – ha evidenziato Valeriano Giacomelli, amministratore delegato della Società Impianti Bormio e membro di Federfuni - attraverso la commissione tecnica ha fortemente contribuito, in un rapporto di dialogo costruttivo e propositivo con i funzionari del ministero e con i rappresentanti delle altre associazioni, a redigere un testo coordinato, funzionale e responsabile per garantire la sicurezza dell’esercizio ma che rispetta anche le caratteristiche degli impianti in esercizio senza stravolgerne le loro caratteristiche iniziali. Tutto questo nel nome della responsabilità nei confronti degli utenti». Da evidenziare, inoltre, che nel decreto attuativo sono state aggiornate le modalità di effettuazione delle revisioni speciali e generali degli impianti esistenti rendendole più funzionali, economiche, moderne e soprattutto ancor più garanti della sicurezza del trasporto.
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