Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 22 Maggio 2017
Il tirocinio è un impiego malpagato
Studenti lavano i piatti per 600 euro
Da una scuola di Roma a Livigno: il caso scoperto dall’Ispettorato territoriale del lavoro. Sotto accusa una società anonima con sede in Svizzera gestita da due “imprenditori” laziali.
Prendevano studenti da una scuola professionale di Roma e li spedivano a Livigno per svolgere dei tirocini extracurriculari. Ma nel Piccolo Tibet gli alunni non andavano per fare esperienza e arricchire il proprio curriculum vitae. Sgobbavano per seicento euro al mese, lavando i piatti. Una parte dei soldi risparmiati dal datore di lavoro - cinquecento euro al mese - finiva nelle tasche di una coppia della capitale, titolare di una società anonima costituita in Svizzera proprio per gestire questa attività.
Non ci sono solo il lavoro nero (con 150 casi nel 2016) e le irregolarità più tradizionali (ben seicento nello stesso anno) a sporcare il mondo del lavoro in Valtellina. Ci sono anche nuovi fenomeni, frutto di idee e pratiche messe in campo da imprenditori spregiudicati. Uno dei casi – scoperto dall’Ispettorato territoriale del lavoro e oggetto di approfondimenti da parte delle forze dell’ordine – è davvero emblematico.
Secondo quanto accertato nelle prime fasi delle indagini, una coppia laziale ha costituito una società anonima in Svizzera con il preciso obiettivo di favorire l’incontro fra aziende e candidati, puntando sul coinvolgimento delle scuole di Roma. I tirocini extracurriculari, uno strumento variegato a seconda del soggetto coinvolto e comunque finalizzato a favorire l’inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro, sono stati trasformati, di fatto, in posti di lavoro. Impieghi malpagati, mentre tutto lascia pensare che i benefici per gli organizzatori del servizio fossero ben remunerati.
I tirocini, nella loro applicazione genuina, hanno scopi nobili. Non siamo di fronte, quindi, a un’opportunità di lavoro low cost. Ma in tempi di crisi, con la disoccupazione giovanile al 40% e gli affitti alle stelle, un salario da fame, magari con vitto e alloggio, può fare gola a molti. E i due imprenditori – termine corretto solo formalmente – romani si sono buttati proprio su questa opportunità. I dettagli dell’indagine, come premesso, non sono ancora stati chiariti, ma l’irregolarità è apparsa evidente.
Secondo quanto osservato dall’Ispettorato del lavoro non si tratta di un fenomeno rilevante dal punto di vista quantitativo, visto che è stato scovato in un’azienda. Ma potrebbe essere solo la punta di un altro iceberg e come sottolineato giovedì a Sondrio in occasione del convegno dedicato alla sicurezza dal responsabile dell’ispettorato di Sondrio Walter Giacobbi, «anche se il nostro è un territorio senza diffuse situazioni allarmanti: bisogna tenere alta l’attenzione, appena abbiamo il segnale dobbiamo intervenire». «Quando questi tirocini vengono coinvolti i centri per l’impiego ci sono importanti garanzie, i tirocini sono genuini, altrimenti ci sono rischi maggiori», ha precisato Giacobbi.
Parole che risuonano che un chiaro monito nei confronti di coloro che organizzano queste truffe e di quanti sono disposti a utilizzarle per aumentare i profitti, senza rispettare la legge.
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