Cronaca / Tirano e Alta valle
Martedì 13 Settembre 2016
Il clima che cambia: «Tendenza che dura
ormai da vent’anni»
Praolini, Centro Nivometeo di Bormio: «Zero termico sempre più alto e lunghi picchi di caldo. È un ciclo annuale composto solamente da due stagioni»
Zero termico che si incontra ancora in questi giorni da 3500 a 4000 metri di quota, ghiacciai in scioglimento, la diminuzione delle “masse fredde” che porta anche in basso notti calde con meno sollievo rispetto alle temperature diurne. E noi tutti ancora in pantaloncini corti, abiti lunghi di tessuto leggero senza maniche, pianelline e sandali.
Sono in corso temporali in queste ore, ma intanto prosegue in Valle e nel Nord Italia un settembre con 30° fissi di giorno e un meteo che sembra quello di luglio. Giornate assolate, clima asciutto, e un nuovo fine settimana, quello appena trascorso, ancora rovente o perlopiù afoso. Di preoccupazioni non ce ne sono, a parte quel lieve “spaesamento” che incute sempre il “clima nuovo”, il sole non porta dissesti idrogeologici, ma qualche richiesta di spiegazione ai tecnici meteo attivi in provincia, arriva. Al Centro Nivometeorologico di Bormio si effettua monitoraggio ambientale, guida il gruppo di previsori il coordinatore Alfredo Praolini. «Caldo che prosegue, e non ci troviamo di fronte ad una eccezionalità temporanea – precisa proprio Praolini – dal punto di vista strettamente tecnico, possiamo sì dire che queste temperature sono conseguenza del perdurare della circolazione di aria calda africana», con Nord e regioni tirreniche che sperimentano in queste ore temperature ancora pienamente estive e picchi massimi tipici delle medie di luglio.
«Ma sulla “eccezionalità” o meno del fenomeno – ha anche detto il responsabile del dipartimento – è preferibile fare chiarezza. Sono ormai diversi anni – ha aggiunto – che settembre trascorre con temperature alte. Noi monitoriamo i ghiacciai, notavamo l’altra mattina che in quota c’è sempre meno neve. In passato – ha anche detto – avevamo sulle nostre cime riserve di neve fino ad agosto, ed invece da un po’ di anni la situazione è cambiata, il mese di agosto si ripresenta piuttosto asciutto».
Estate, precisa, che viene “governata” dall’anticiclone di origine africana e dal “gran secco”. «Lo zero termico estivo – rivela lo studioso e addetto all’osservazione dei fenomeni atmosferici – lo si incontra molto in alto, dai 3500 ai 4000 metri di quota. E non sono “picchi” di caldo, ma situazioni e rilevamenti che vanno avanti con le stesse caratteristiche e temperature per alcune giornate consecutive, e che si ripresentano persino per più settimane consecutive. E questo vale per l’estate 2016, ma era così anche nel 2015, e a parte alcune “eccezioni” sono “cicli” che si stanno affermando». Caldo, bel tempo, clima asciutto che governa anche l’alta quota. «Condizioni – precisa Praolini – che portano a uno scioglimento repentino dei ghiacci, con perdite di massa – spiega – che intorno a 3200 metri sono valutabili in circa un metro e mezzo, due metri di spessore persi ogni anno tra agosto e settembre».
La gente si domanda se sia davvero un clima che muta. «Io mi affido ai dati – puntualizza il nivometeorologo – queste perdite di consistenza dei ghiacciai – chiarisce – si stanno susseguendo da ormai vent’anni. Sono vent’anni che perdiamo massa sulle nostre “riserve di gelo”, in vent’anni abbiamo avuto solo due stagioni “positive”, per il resto la tendenza si è sempre confermata: subiamo il “riscaldamento” dell’atmosfera. In basso queste condizioni portano modificazioni: sicuramente fa più caldo perché si attenua molto l’inversione termica tra giorno e notte. Viviamo sempre di più in un ciclo annuale composto di due stagioni, un inverno che arriva tardi, e un’estate che si prolunga nell’autunno. La gente ne parla, noi siamo testimoni di questa nuova fase, di cui sicuramente si devono prendere le misure».
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