Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 11 Luglio 2018
Idea a cinque cerchi, villaggio del Morelli nuova casa per atleti
Olimpiadi 2026, con l’assegnazione dei Giochi a Milano i risvolti extra sportivi sarebbero diversi e importanti. Per futuro dell’ospedale, di strade e impianti di risalita.
Nella proposta di Milano sede delle Olimpiadi invernali 2026 ci sarà spazio anche per la Valtellina, con la disputa delle gare di freestyle a Livigno e la trasformazione dei padiglioni in disuso dell’ospedale Morelli in Villaggio olimpico. Milano tuttavia deve vincere la concorrenza italiana di Torino e di Cortina.
Il vicepresidente della Comunità montana Alta Valle di Bormio, Remo Galli, non ha dubbi sulla valenza dell’avvenimento da sfruttare per sistemare atavici problemi dell’Alta Valle come le strade, gli impianti di risalita e dare uno squarcio di serenità pure al futuro dell’ospedale Morelli, sempre alle prese con le incertezze date dal ridimensionamento in atto.
«Sarà un percorso difficile, ma dobbiamo crederci perché l’assegnazione delle Olimpiadi invernali a Milano rappresenterebbe una occasione unica - afferma Galli -. Negli incontri che abbiamo avuto con Regione Lombardia, abbiamo condiviso la candidatura di Milano-Valtellina-Sankt Moritz. Sarà, se saremo scelti, una candidatura low cost, che mira a creare strutture che avranno un futuro anche dopo le Olimpiadi, che devono dunque servire da acceleratore per risolvere problemi antichi nella nostra Valle».
Galli evidenzia l’oculatezza della proposta di Milano 2026: «Va benissimo la presenza di Sankt Moritz, perché sarebbe inutile realizzare da noi piste da bob o trampolino, ma sfruttiamo strutture che già ci sono, senza sprechi e allarghiamo l’Olimpiade a un intero territorio che unirà Italia e Svizzera». Per avere grandi opere in Italia servono grandi avvenimenti a fare da traino, per Galli è una convinzione: «In Italia per fare cose ordinarie, nuove strade, ferrovia veloce o ospedali, servono da sempre eventi straordinari. È sbagliato ma è cosi, basti vedere Expo, che ha permesso oggi a Milano di diventare un punto di riferimento importante per il turismo mondiale attraverso la riqualificazione della città per quell’evento. Quindi noi ci siamo, siamo pronti a giocarci le nostre carte. Sono molto felice che la partita in Regione la stiano seguendo l’assessore Massimo Sertori con Antonio Rossi perché sono persone molto preparate, che sanno ascoltare il territorio».
Secondo l’amministratore livignasco le Olimpiadi non devono essere un traguardo, ma un trampolino di lancio: «Spero con tutto il cuore, anzi ne sono sicuro, che attraverso le Olimpiadi potremmo provare a creare qualcosa di innovativo e nuovo ad esempio per il nostro ospedale di Sondalo, che va difeso e proiettato per essere un punto d’eccellenza importante per tutti gli abitanti della Valtellina e per i turisti. Infatti oggi la qualità della sanità di un territorio è motivo fondamentale di scelta di dove andare in vacanza. Poi le strade, credo che serva urgentemente un progetto di ammodernamento della nostra statale da Morbegno a Tirano, perché ci sentiamo isolati e ormai la 38 è una strada anni ‘60 che rappresenta un incubo per i nostri turisti. Per quanto riguarda i treni, serve un collegamento veloce tra Bormio e Milano. Restando alla ferrovia, la presenza di Sankt Moritz deve spingere a provare ad aprire un tavolo con i vicini svizzeri per legare i nostri territori, attraverso magari il trenino rosso. Una collaborazione che coinvolga anche Livigno, per creare una sinergia utile a entrambi i Paesi».
Olimpiadi nodo di svolta anche per il turismo: «A mio modesto parere si dovranno aprire finanziamenti per la ristrutturazione delle strutture ricettive. Oggi sul tavolo c’è anche il collegamento degli impianti di risalita tra comprensori, è un progetto che con le Olimpiadi potrà essere velocizzato. Noi ci siamo, incrociamo le dita e speriamo che Livigno, Bormio, Santa Caterina, Sondalo, Valdidentro e Valdisotto siano pronte, se si realizzerà questo sogno, a dare il meglio per far conoscere al mondo il nostro territorio».
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