Grosio, unità cinofila antiveleno in azione: Senna ha scongiurato ogni pericolo

Dopo la morte di un gatto il cane esperto ha perlustrato la zona. Un intervento molto curioso

Grosio

È scongiurata a Grosio l’ipotesi di un killer di gatti, dopo che un micio è stato rinvenuto morto per sospetto avvelenamento. Nessuno l’ha avvelenato volontariamente: questo è il responso dato da Senna, il cane esperto che ha battuto la zona sospetta senza trovare nulla. Una sentenza che rincuora tutti gli amanti degli animali, inorriditi al solo pensiero che qualcuno l’avesse fatto di proposito. Senna va avanti e indietro con maestria, proprio come quando Ayrton era impegnato nel sorpasso: la concentrazione è la stessa.

L’obiettivo

Se la vittoria era l’unico obiettivo per il compianto pilota brasiliano quando era impegnato in pista, trovare sostanze velenose è l’unico obiettivo del pastore tedesco, altamente addestrato e specializzato in questo tipo di ricerca. Per qualche ora la Senna scorre di fianco all’Adda, perché il cane in dotazione all’unità cinofila antiveleno dei carabinieri forestali di Lecco, con il proprio istruttore, è stato impegnato in un’operazione di ritrovamento di eventuali sostanze velenose in quel di Grosio, in una zona in via Adda nella quale era morto un gatto per sospetto avvelenamento, appunto. Il timore era quello di trovare dei bocconi avvelenati disseminati in via Adda dopo la segnalazione ai carabinieri forestali di Grosotto effettuata dalla signora Giuseppina Sala “Besav” che aveva visto morire di stenti un gatto della colonia vicino a casa sua.

La certezza

Dopo che Senna ha perlustrato la zona c’è la certezza dell’assenza di bocconi avvelenati: insomma, non sembrerebbe esser stato nessun gesto di qualche folle ad aver provocato la morte del micio. «Aveva un anno e dopo aver vomitato per un giorno intero è morto», rivela la signor Sala. L’ipotesi più probabile, senza nessuna conferma ufficiale, però, a questo punto, è che il gatto abbia inghiottito un topolino vittima del veleno che in tanti mettono in cantina proprio per evitare che questi spazi diventino dimora degli eredi di Jerry.

Involontariamente, il topolino potrebbe essere divenuta un’esca avvelenata per il gatto, ingolosito dall’ultimo ghiotto pasto, che si è rivelato fatale. «Mi spiace per la morte del gatto: ora che è stata fatta chiarezza sul fatto che non sia stato avvelenato di proposito,però, sono più tranquilla», afferma Sala. La raccomandazione degli esperti è - nel caso di utilizzo domestico, nelle proprie cantine o fienili, di veleno per i topi - di assicurarsi che non possa essere involontariamente ingerito da altri animali. Senna, intanto, al termine del proprio lavoro ha ricevuto il premio dall’istruttore ed è già pronto alla prossima missione.

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