Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 23 Aprile 2017
Grosio, il Parco delle incisioni chiuso dopo tanti anni: «Incapacità della politica»
Bruno Ciapponi Landi, già direttore del consorzio: «Non è stato risolto un problema facile».
La chiusura del Parco delle incisioni rupestri di Grosio, con il presidente Alessandro Deriu costretto a sospendere le visite guidate, che faceva gratuitamente, per l’assenza di copertura assicurativa, è una stilettata al cuore per Bruno Ciapponi Landi, storico direttore del consorzio, uno che ha vissuto dal primo giorno la storia del consorzio dalla nascita, purtroppo a quella che sembra la morte dopo una quarantina di anni.
Si sono susseguiti i presidenti alla guida del Parco, ma la costante è stata quella vissuta dal direttore tiranese, che ora non le risparmia di certo ai protagonisti della vicenda. Ricordiamo che il Parco chiude per la mancanza di intesa fra il sindaco di Grosotto e quello di Grosio sul futuro del consorzio, con gli altri due enti che fanno parte del consorzio - Comunità montana di Tirano e Provincia - che tentano il salvataggio offrendo la disponibilità del consorzio turistico del Terziere Superiore a occuparsi temporaneamente della gestione.
«In questa vicenda è emersa l’incapacità della politica locale nel non saper risolvere un problema di facile soluzione come il futuro del consorzio - tuona Ciapponi Landi -. Dispiace vedere coinvolti amministratori che in passato hanno dimostrato di saper ben amministrare e hanno ottenuto la fiducia dei propria cittadini e che invece ora hanno dimostrato inerzia amministrativa».
Ha fatto le spese delle beghe di poltrona il presidente del consorzio Alessandro Deriu, per il quale Ciapponi Landi Landi ha parole di grande stima. «Un giovane capace e volenteroso è stato abbandonato al suo destino senza i finanziamenti. Secondo me la chiusura dell’attività del Parco non è stata neppure voluta dagli amministratori che l’hanno provocata, dando dimostrazione di incapacità alla collettività e mostrandosi incuranti del grande passato di quest’area».
La chiusura del consorzio secondo Ciapponi Landi è un vero calcio al passato: «Non si è tenuto conto di tanti aspetti. Si è dimenticato che lo Stato ci aveva affidato l’Antiquarium, si sono dimenticati i sacrifici di padre e figlio Pace (lo scopritore delle incisioni rupestri Davide e il figlio Francesco che per anni hanno peregrinato sulla Rupe), non si è tenuto conto della generosità della marchesa Margherita che aveva donato i terreni al consorzio, non si è tenuto conto del lavoro dei tanti amministratori e di tutte le persone che hanno lavorato per il parco. È stata scritta un brutta pagina dell’amministrazione locale con una vicenda ingiustificabile che allarga ancora di più il solco esistente fra cultura e politica».
© RIPRODUZIONE RISERVATA